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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Lo Tsunami che nel 1743 colpì il Salento di Redazione

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Antonio Mingolla:

A Brindisi il molo di porta Reale (che si trovava vicino le colonne romane) si spaccò in 4 parti, ma la colonna si salvò; crollò anche la Cattedrale romanica, mentre nella chiesa di San Paolo eremita si racconta che la statua della Madonna uscì sola, dondolandosi con il terremoto, fino al portone, si pensa quindi che grazie ad essa si attribuì lo scampo del terremoto. Molti furono gli edifici danneggiati, come anche la vecchia torre dell’orologio.


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Danny Fossil Hunter Vitale:

questa riguarda il terremoto : il 20 febbrio 1743 circa 30 minuti prima della mezzanotte una violenta scossa ,durata 2 minuti circa, rase al suolo molte abitazioni e danneggiò il palazzo del seminario e la cattedrale.
La leggenda vuole il …mattino successivo al terremoto, la statua della Madonna che si trovava nella chiesa di San Paolo fu trovata, in posizione diversa da quella conosciuta dai devoti: aveva gli occhi e le mani rivolti al cielo nel tentativo di intervenire al fine che il sisma terminasse.Da allora fu chiamata la Madonna del Terremoto”

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Elvis Politi

Del 20 febbraio se ne ritrova eco un po’ ovunque. A Nardò si festeggia S. Gregorio ma anche Casarano ha il suo “S. Antonio te le fòcare” per ricordare la notte trascorsa per strada accendendo piccoli falò per riscaldarsi.

Riporto il cartigl…io molto interessante perchè scritto in dialetto che si trova all’altare di S. Oronzo nella basilica di S. Croce a Lecce:
“Foi santu ronzu ca ni libberau te lu gran terremotu ca faciu/ a bbinti de febbraru trimulau la citade nu piezzu e nu catiu/ Iddu Iddu de cielu la guardau e nullu te cristiani ne patiu/ E grande santu te li santuni faci grazie e miraculi a migliuni.”

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Prescindendo dal fatto che ogni conquista del cosiddetto progresso ha una doppia faccia (è uno strumento per la vita ma può essere anche un’arma per difendere la propria o per spegnere l’altrui), la cosa che più mi lascia disorientato alla luce di quanto sta accadendo in Giappone è che l’uomo ormai è giunto, sotto ogni latitudine, ad un tale livello di cinismo e di ottuso ossequio alla politica dello struzzo nonché di asservimento ai grandi interessi economico-finanziari, che la recente catastrofe ha ispirato tutti a dire tutto e il suo contrario, mentre imperterriti si continua a tacere sul problema irrisolto dello smaltimento delle scorie, condannando pesantemente ad un futuro ricco di pericolose incognite (queste incognite, poi, tanto incognite non sono dal momento che ben si conoscono i tempi, direi da era geologica, di decadimento di alcune di loro) i nostri discendenti, cui stiamo consegnando una parvenza di natura per la quale non riesco ad immaginare quale attributo escogiterebbe oggi un novello Leopardi dopo che l’antico poco meno di due secoli fa si era già giocato “matrigna”. Questa volta, però, la responsabilità totale della presunta cattiveria della natura sarebbe soltanto nostra.

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