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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Alcuni aspetti del presente, del passato e del futuro nel dialetto neretino. di armandop

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Perfetto l’esempio dell’alternativa all’avverbio. Nell’ultimo caso, però, si tratta di condizionale passato (il che spiega, nel dialetto, il trapassato prossimo).


Commenti su Alcuni aspetti del presente, del passato e del futuro nel dialetto neretino. di Marcello

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verissimo, condizionale passato e non futuro anteriore. Merito cinque bacchettate per la svista!

Commenti su Il Bianco d’Alessano, da viti che sanno arrampicarsi e accontentarsi di poco di raffaellaverdesca

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Pino, amante dei vini e della Puglia. Lui ne conosce molti di vini e a fondo, come ne fosse intimo. Niente razzismo: rossi, bianchi, rosati, l’importante che abbiano contenuti. In questa bella recensione eno-poetica, l’autore sfata la diffidenza nei confronti del vino bianco e ci presenta il Cupa. A prima impressione si penserebbe a una donna, magari un po’ musona, invece è un vino appartenente ai difficili terreni della valle d’Idria. E’ rassicurante vedere che dal contrasto tra sacrificio di braccia e resa finale di questo uvaggio bianco rimanga nel naso e sul palato la beltà della luce, l’esplosione dei fiori. Poi Pino decide proprio d’invitarmi a nozze aggiungendo, tra le note di sapore del Cupa, un certo ‘cuore di donna’. Sarà un gergo tecnico? Non lo so, ma comunque sia, m’ispira il sensuale nido gustativo pronto alla carezza e al calore dopo tripudi di freschezze primaverili. A questo punto, suggerirei di prendere piacevolmente alla lettera l’invito ad assaggiare quest’ennesima delizia delle terre pugliesi, sia per chi è cultore dei vini, sia per chi è semplicemente incuriosito dal Cupa (scusa, Pino, ma i vini sono maschi o femmine?), sia per chi, dopo questo accattivante articolo, se ne sia perdutamente innamorato.
Sulla lietezza del connubio garantisce Il nostro Pino De Luca!

Commenti su Il Bianco d’Alessano, da viti che sanno arrampicarsi e accontentarsi di poco di armandop

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Cupa è un toponimo molto frequente e molto probabilmente è dal latino cupa=botte, con riferimento, come l’autore ha sottolineato, alle caratteristiche fisiche del terreno: costantemente laddove il toponimo ricorre la conformazione del terreno è concava. La scelta del nome per il vino, appare, dunque felicissima, anche se solo chi glielo ha dato può garantirne la consapevolezza…, con le sue molteplici evocazioni; fra l’altro, il passaggio metaforico barile>”cuore di donna”, almeno per me, non richiede un grande sforzo di fantasia. E così anche la sfumatura negativa dell’aggettivo “cupo” (che i filologi quasi concordemente collegano a cupa) finisce per annegare nell’idea di fascino e di mistero che pure questa voce comporta.

Commenti su Alcuni aspetti del presente, del passato e del futuro nel dialetto neretino. di fabio

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Il mio maestro della 3^ elementare mi avrebbe dato un colpo di riga (spesso cm2x2) sul palmo della mano!!!
Resta il fatto che la congiunzione / il pronome ca non producono il radd.sint.
Riportare la bibliografia (tra gli altri, vi aggiungo M.Melillo) sarebbe roba da certosini, tanto è dibattuta; per tutti, cito il Rohlfs alla pagina XVIII nell’Introduzione del VDS, alla nota 5, e sempre il Rohlfs ai paragrafi 132-136-786 della Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti.
Piuttosto, è interessante trovare la motivazione semantica per cui nel salentino settentrionale è diffusa la costruzione “me sta ffazzu”, mentre nel salent. centrale si ha “sta mme fazzu”, entrambe diverse dal salent. merid. staci me fazzu (e nella forma ridotta aci me fazzu).

Commenti su Salvatore Morelli da Carovigno, strenuo difensore dei diritti della donna di raffaellaverdesca

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E’ davvero vergognoso che figure storiche imponenti come Morelli siano scivolate via dai libri e dalla memoria comune attraverso quelle che Maria Grazia giustamente definisce ‘le maglie larghe della nostra memoria storica’. Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei e tanti altri personaggi del nostro passato sono stati antesignani di modernità non meno di Salvatore Morelli. Forse progettare una macchina volante o intuire la forza di gravità ha seminato nel tempo ammirazione e consensi scientifici più roboanti rispetto a quelli sociali attorno al riconoscimento dei diritti delle donne.
In tutto questo affannoso osteggiare la geniale umanità di Morelli, spicca la sua figura come rosa nel deserto. La parità dei diritti nell’ambito familiare e sociale era una scandalosa utopia ai suoi tempi, tanto da far condannare dall’opinione pubblica e politica il folle paladino della sua rivendicazione. Ed ecco elevarsi in tutta la sua potenza umana e spirituale Salvatore Morelli, l’uomo che preferì patire il carcere, le violenze psicologiche e le umiliazioni peggiori piuttosto che rinnegare le proprie idee. Quando la coerenza e il senso di giustizia albergano sovrane in uno stesso uomo. Questo grande eroe innominato non tradì la sua fiera natura e il suo credo neanche davanti al vero amore, tanto da rinunciarvi in nome dei principi di rispetto ed amicizia nei confronti dell’amata e del marito di lei, suo affezionato compagno definibile pertanto anche lui ‘amato’, visto che l’amicizia è una nobile forma d’amore.
Salvatore partì alla volta di Napoli, s’impegnò, continuò a lottare e a sostenere ignobili attacchi da ogni parte ma mai cedette alla minaccia del Nulla e dell’ingiustizia sociale: le donne, culla della vita, erano da spingere e sostenere nel cammino della conquista del proprio posto nel mondo.
Leggendo di Morelli attraverso quest’illuminante articolo di Maria Grazia, ci ritroviamo ad essercene affezionati come a un familiare e a sentire il profondo dispiacere della sua morte in solitudine e povertà.
Fiera di essere donna salentina, finalmente capisco la paternità della precoce e forte emancipazione di pensiero e di costumi mia e di molte mie conterranee negli ultimi due secoli.
Re Salomone diceva: “Dove c’è molta saggezza c’è molto affanno, e chi accresce il suo sapere accresce il suo dolore.” : il nostro vivere e il nostro lottare al femminile possa allora essere oggi e sempre la gioia e la ricompensa di un uomo saggio e illuminato. Se quindi il rispetto e la dignità sono la scintilla che pone il confine tra luce e oscurità, tra vita e morte,
eterna riconoscenza vada al padre del nostro essere donne ‘vive’.

Commenti su Alcuni aspetti del presente, del passato e del futuro nel dialetto neretino. di Pier Paolo Tarsi

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Rilancio la proposta di Fabio con un copia-incolla del suo commento di sopra: “Piuttosto, è interessante trovare la motivazione semantica per cui nel salentino settentrionale è diffusa la costruzione “me sta ffazzu”, mentre nel salent. centrale si ha “sta mme fazzu”, entrambe diverse dal salent. merid. staci me fazzu (e nella forma ridotta aci me fazzu).”

Commenti su Alcuni aspetti del presente, del passato e del futuro nel dialetto neretino. di armandop

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Sorvolando sul “piuttosto”, ripreso al volo da Pier Paolo, di Fabio che sembra glissare sulle puntuali citazioni documentarie richieste (senza di loro non si va da nessuna parte), nell’attesa, rispondo ad entrambi.

Non vorrei che gli autori citati si limitassero, come il Rohlfs, solo ad una descrizione del fenomeno e non alla ricerca delle sue motivazioni strutturali.

Credo, comunque, che la giustificazione della presenza del raddoppiamento in “me sta ffazzu” da una parte e della sua assenza in “sta mme fazzu”, “staci me fazzu” e “aci me fazzu” dall’altra non sia di natura semantica ma fonetica. Tenendo presenti le forme staci/aci che lo stesso Rohlfs riporta al greco steko=stare fermo, il raddoppiamento potrebbe essere per compenso della caduta di -ci in “me sta ffazzu (da “staci me fazzu”), come sembrano confermare pure “sta mme fazzu” (dove per la diversa posizione dell’originario staci il raddoppiamento ha riguardato la m di me) e “staci me fazzu” e “aci me fazzu” (in cui non c’è raddoppiamento né di m- né di f- perché non è caduto niente).

E tutto ciò non contrasta minimamente con le due ipotesi interpretative da me prospettate, alle quali, anzi, aggiungo una terza: una congiunzione, sempre la stessa, sempre sottintesa, ma questa volta di valore consecutivo: sta ffazzu=(la situazione) sta (in modo tale che) io faccio.


Commenti su Salvatore Morelli da Carovigno, strenuo difensore dei diritti della donna di Giacomo Grippa

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Morelli e’ stato un grande protagonista impegnato per l’ affermazione della laicita’. Merito che si cerca da piu’ parti ad oscurare, presentandolo solo come antesignano femminista.. Da consilgliere comunale a Napoli prima e da parlamentare dopo produsse progetti per una scuola pubblica, laica e gratuita, si oppose strenuamente alla Legge sulle Guarentigie, preoccupato, dopo averlo abbattuto della rinascita del potere temporale vaticano. Previsione purtroppo confermata. A Carovigno un Comitato Cittadino ha promosso una petizione per impegnare l’Amministrazione Comunale a trasferire le spoglie di Morelli da Pozzuoli a carovigno. Lo scrivente da tempo ha anche proposto la posa di un cippo per ricordalo, non solo a Pozzuoli, ma anche nel suo paese natio. Nella Biblioteca Comunale di Catovigno sono raccolte diverse tesi di Laurea dedicate al “patriota pugliese”, come fu riciordato a Parigi il 1905 durante il Congresso Mondiale di Medicina, per essere stato ;Morelli anche il primo in Europa per il disegni di legge sulla cremazione, scelta ancora oggi limitata con contraddittorieta’ dalle gerarchie ecclesiastiche. Da ultimo, visitando la Biblioteca di Melrose, a Boston, ha trovato ancora pubblicazioni e tesi di laurea sul politico italiano. A noi resta l’obbligo morale di sollecitare la realizzazione delle segnalate iniziative in omaggio a Morelli. Sono stato relatore il 22 ottobre a carovigno al Convegno, in occasione dell’anniversario della sua morte e dell’uscita di uno dei suoi scritti piu’ importanti: La donna e la scienza, ora riedito dalla case editrice Pensa di Lecce, ad opera della ordinaria di pedagogia dell’Universita’ del Salento, prof.ssa A. Colaci.
Resto a disposizione per eventuali altre occasioni per ricordare l’opera ed il pensierto di Morelli.

Commenti su Minervino di Lecce. Le Tavole di San Giuseppe di antonio

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dalla Svizzera da un Minervinese sono molto devoto a alle nostre tradizioni, molto belle.
saluti a Minervino
Antonio

Commenti su Trottole e antichi giochi di fanciulli salentini di sonia colopi

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Anche questi giochi sono nei ricordi dell’infanzia ed in questo gli autori di questi articoli sono bravissimi a riportarci indietro il tempo rievocando le emozioni di allora, anche se questi giochi erano appannaggio soprattutto dei ragazzi, ma anche noi ragazze eravamo intorno a tifare per questo o quello.La vostra bravura è quella di coniugare la dolcezza dei ricordo con le conoscenze storico-culturali di base , per cui alla fine possiamo essere gioiosi di saperne sempre di più ed esserne appagati, visto che la cultra è il nostro quotidiano nutrimento.

Commenti su Proprio così! 6500 ulivi saranno sradicati per i lavori di ampliamento della Statale 16 nel tratto Maglie-Otranto di Chiara Idrusa Scrimieri

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Ciao a tutti. Abbiamo creato un evento su facebook, a questo link:

https://www.facebook.com/events/224687834296746/

Si chiama ADOTTIAMO GLI ULIVI DELLA STATALE 16. Se strada deve essere fatta per forza, l’atto ultimo dei cittadini che sia almeno di salvare il patrimonio arboreo degli ulivi. Ma anche, di svegliarsi e fare rete attorno a urgenze ambientali che non possono più essere tollerate. Fare opinione comune, ribellarsi, fare rumore.
L’evento sta diventando una sorta di gruppo che esprime opinioni, si mobilita, posta e diffonde, sensibilizza amici e conoscenti, sul territorio e fuori. Stiamo organizzandoci per una riunione la prossima settimana, in sede vicina ai lavori, per capire gli iter burocratici per la potenziale adozione, confrontarsi e fare rete tra privati cittadini e istituzioni. Ci dispiace per i lavoratori fermi da anni. Ma non si può svendere il patrimonio ambientale per un ricatto di lavoro. Nè possiamo accettare che con i soldi pubblici si facciano i porci comodi di una strada a 4 corsie e di chi l’ha progettata, senza che parte di quel budget venga impiegata per ricollocare (almeno!) gli ulivi a rischio sradicamento.

Siete tutti invitati a partecipare all’evento-appello, a firmare le petizioni costantemente linkate e a fare rete con tutti noi.
Aspettiamo in particolare tutti gli abitanti della zona, che facciano chiarezza su quanto sta accadendo con la forza e l’onestà del loro diretto coinvolgimento. Siamo con voi.

Grazie a tutti,
Chiara Idrusa Scrimieri
regista
info@idrusa.net

Commenti su Poesia/ Finis terrae di sonia colopi

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Voglio vedere il bello ed avere speranza.Ed intorno a me e ovunque nella mia terra sento i profumi, mi nutro dei colori, ne conosco e ne respiro le essenze,mi lascio accarezzare dalla brezza del nostro mare. E’ vero ci sono le difficoltà del vivere che ci portano lontano, ma l’amore che abbiamo per il nostro Salento ce l’abbiamo tatuato sull’anima e….forse non ci accorgiamo quanto.

Commenti su Il Bianco d’Alessano, da viti che sanno arrampicarsi e accontentarsi di poco di Alfredo Romano

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Il vino è spia dell’amore
ci disse Nicàgora di non amare
ma lo tradirono i molti bicchieri
abbassò il viso e pianse
un’ombra gli velava lo sguardo
neanche la corona di viole
gli rimase stretta sul capo.

(Asclepiade, III sec. a.C.)

Commenti su Carosino/ 100 strade per 100 donne di annysea

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una bella iniziativa e un dibattito davvero interessante..


Commenti su Benvenuti nel Salento, con le sue bellezze irraggiungibili di archCT

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un mio amico statunitense non capacitandosi delle quantità di rifiuti sugli scogli (!) st’estate azzardò la teoria che abbiamo troppa bellezza per crederci davvero e prendercene cura

Commenti su Benvenuti nel Salento, con le sue bellezze irraggiungibili di Gianni Seviroli

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Chiaro! La “monnezza” su spiaggia e scogli mi era sfuggita. Ha ragione il tuo amico statunitense, anche se è troppo buono: le persone civili, e nel Salento ce ne sono tante, si guardano bene dal lasciare un solo fazzolettino, pur se bio-degradabile, su una spiaggia o per terra in generale… Purtroppo c’è un problema di sensibilità verso l’ambiente: se uno non l’ha sviluppata di suo, andrebbe educato ad una coscienza civica (educazione civica, si chiamava un tempo). E’ un problema, ahinoi, di arretratezza culturale, tutto qui.

Commenti su Benvenuti nel Salento, con le sue bellezze irraggiungibili di fulvio perrone

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Chi viene dal nord Italia o dal nord Europa per vedere il Salento dopo aver fatto migliaia di chilometri non se ne frega niente di fare gli ultimi 15 chilometri su una mega super strada; questa strada, la Maglie-Otranto non porta turismo ma fa scappare via i turisti ed il turismo di qualità: noi dobbiamo salvaguardare il nostro paesaggio che è il nostro tesoro e non distruggerlo con queste opere inutili.

Commenti su Alcuni aspetti del presente, del passato e del futuro nel dialetto neretino. di fabio

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@armandop Non voglio glissare! Sono andato a ‘scurcugghiare’ nei cassetti della mia memoria senza tenere sotto mano i riferimenti bibliografici. Sono interessato soprattutto all’etimologia del dialetto salentino, un po’ meno alla sua grammatica storica che è alquanto tosta!
Comunque, rispondendoti a braccio, il tipo “sta ffazzu” rientrerebbe in quel tipo di costruzioni usate per connotare l’aspetto verbale e che nell’italiano è espressa dalla perifrasi progressiva “stare, andare+gerundio”. Il salent. “sta ffazzu” risponderebbe, però, ad una costruzione latina o romanza STO AC FACIO con il significato di “sto e faccio”, come il salent. scia’ ffacimu sarebbe da * “sciamu a ffacimu” letteralmente “andiamo e facciamo” risalente ad una costruzione latina o romanza VADO AC FACIO. Nel salent. occorre un’altra formazione simile: “mo’ pigghiu e mme ndiàu” letter. “ora piglio e me ne vado”.
Infine, so benissimo che è roba da studiosi della grammatica non solo italiana ma meridionale, e perciò mi sono limitato a fornire solo dei nomi di illustri Autori.

Commenti su Finocchio, finocchietto e caruselle. Caratteristiche, proprietà e ricette di Pitta di patate alternativa « 5incucina

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[...] è al prosciutto e formaggio o alla pizzaiola, cioè con capperi, pomodori, cipolla, olive nere e caruselle, ovvero l’infiorescenza del finocchio. Ma come si sarà intuito, mi piace sperimentare in [...]

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