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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Borbottare? Meglio strulicàre! di Redazione

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un soggetto affetto da arteriosclèrosi cerebrale o colpito da un ictus cerebrale spesso blatera, con termini insensati, parole alla rinfusa, per lo più in soliloquio. I familiari indicano quello stato, presente anche nelle ore notturne, con “strulicare, sta stròlica”. Per questo ritengo che si tratti di uno stato patologico, che per traslato si applica a chi parla da solo, dicendo frasi senza senso. In verità il verbo mi pare si applichi anche al piccolino che inizia a parlare e che gorgheggia o balbetta, tanto che si dice “sta zzacca a strulicare”. In entrambi i casi manca il logos o la ragione evidenziati da Pier Paolo


Commenti su Copertino. Il santuario della Madonna della Grottella di nino pensabene

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Anticamente, a lli palumméddhre che si consumavano il martedì di Pasqua alla Grottella non si dava solo forma di cesto o, soprattutto, di colombina o colomba a seconda del numero di uova, ma anche di agnello, di pesce, di cuore (di prammatica, dono delle ragazze ai loro fidanzati, a qualcuno dei quali c’era sempre chi, esagerando a testimonianza del grande amore [o delle possibilità], lo offriva non confezionato con le rituali 3 o 5 o 7 uova ma addirittura con 21), di un panierino [per i bambini], ecc.

Commenti su Copertino. Il santuario della Madonna della Grottella di nino pensabene

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Non ho precisato che il 21, la cui valenza simbolica in seno alla numerologia aveva – in virtù del 3×7 – significato occultamente particolare (probabilmente propiziatorio e forse legato a motivi di carattere religioso), rientrava anche nel numero di uova con le quali si preparava la cova alla gallina-chioccia, uova che guarda caso si schiudevano al ventunesimo giorno, con la gioia della nuova vita e appunto col significato simbolico insito nella Pasqua.
A proposito di simboli legati alla religione cristiana mi piace ricordare che tali erano le forme (colomba, agnello, pesce, cuore) che si davano a lli palummeddhre.
E’ superfluo dire che non essendo tutte le massaie in grado di dare queste forme un po’ più difficili ai pani pasquali, avevano tutte dei disegni di carta ritagliata (fatti all’origine da persona capace o da qualche sacerdote) che si passavano l’un l’altra e che conservavano da un anno all’altro.

Commenti su Copertino. Il santuario della Madonna della Grottella di Redazione

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profonda ed interessante precisazione! palesemente “occulto” quel 21! grazie Nino

Commenti su Copertino. Il santuario della Madonna della Grottella di Fabrizio

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…e oltre le “palummeddhre”, anche la vendita delle “marange” (arance amare) continua ad essere una tradizione caratterizzante la “festa ti la urteddha”.

Commenti su Giulio Cesare Vanini e Francesco Paolo Raimondi, filosofi taurisanesi (I) di Giulio Cesare Vanini e Francesco Paolo Raimondi, filosofi taurisanesi (seconda parte) « Spigolature Salentine

Commenti su Una mezza giornata nella masseria Bellimento, nel parco di Portoselvaggio di volevo

Commenti su Le pere petrucine, frutti dimenticati di Nino Pensabene

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A titolo di conoscenza, nello studio di Francesco Minonne dal titolo “I NOMI E LE PIANTE: PER UNA STORIA DELLE VARIETA’ AGRARIE DEL SALENTO”, parlando della pera “Petrucina” (e riporto qui di seguito un pezzo estrapolato dal suo studio) attribuisce a Giulietta Livraghi Verdesca Zain la denominazione-traduzione “Pera di San Pietro”.
Nella bibliografia cita anche il libro da dove ha attinto la notizia.

I1 Pero
Più di venti varietà diverse di pero, un tempo diffuse su tutto il territorio salentino,
sono oggi confinate a sparuti esemplari di alcuna importanza economica
e spesso del tutto abbandonati. Si tratta delle cosiddette “peraglie”, di piccole
dimensioni, con scarsa attitudine alla conservazione. Un tempo era la presenza
di numerose varietà, a maturazione scalare, che garantiva la costante presenza dei frutti sulla tavola.
Anche in questo caso i tanti nomi locali sono legati alla provenienza come:
“Franchiddhese” e forse anche la nota varietà “Petrucina”, un tempo molto comune nella cintura leccese, che Giulietta Livraghi Verdesca Zain (1994) indica come “Pera di San Pietro”; va detto che in alcune aree questa varietà viene anche detta “Pedicina” a sottintendere un riferimento al lungo peduncolo che la caratterizza. Non mancano le entità denominate con la connotazione più evidente dei loro frutti; è il caso di “Pero rosso”, “Cazzatello”, “Campanello”, “Pero cera”, “Faccia rossa”, “Ficateddhu” o, infine, con il periodo di maturazione come “Perella di maggio”, “San Giovanni”, “Pero d’inverno”.
Peraglie

I nomi e le piante: per una storia delle varietà agrarie del Salento
Bibliografia
M. ANGELINA, Il valore complesso delle varietà tradizionali e locali, Roma, Derive
e Approdi, 2004.
AA.Vv., Il Germoplasma frutticolo in Italia, Roma, M.I.P.A.F., 2003.
G. BARBERA, Il sistema tradizionale del mandorlo nella Valle dei Templi e il
‘Museo Vivente, in “Italus Hortus”, vol. VII, n. 3-4, Atti del Convegno “I sistemi
frutticoli tradizionali nel meridione: tutela e valorizzazione delle risorse
genetiche e territoriali”, 2000.
I.J. CONDIT, Fig varieties: a monograph, Hilgardia II: 323-538, 1955.
A. FILIPPE II-L. RICCIARDI , L’erosione genetica di specie agrarie in ambito mediterraneo:
rilevanza del problema e strategie d’intervento, Cahiers Options
Méditerranéennes, Vol. 53, pp. 191-223, Bari, CIHEAM, 2000.
G. LIVRAGHI VERDESCA ZAIN, Tre Santi e una campagna: culti magico-religiosi
nel Salento di fine Ottocento, Bari, Laterza, 1994.
E MINONNE, F. IPPOLITO, E. VINCENTI, S. MARCHIORI, L’attività dell’Orto botanico
di Lecce nel reperimento e la propagazione delle vecchie cultivar di Ficus
carica L., Cahiers OPTIONS mèditerranèennes, CIHEAM/IAMB, 2002.
F. MINONNE, M. MADONNA, F. IPPOLITO, E. VINCENTI, R. ACCOGLI, G. DE GIORGI,
S. MARCHIORI, La conservazione delle vecchie cultivar di specie fruttifere
presenti nel Salento, Cahiers OPTIONS mèditerranèennes, CIHEAM/IAMB,
2002.
F. VALLESE, Il Fico, Catania, Libreria editrice Francesco Battiato, 1909.


Commenti su Adriano Radeglia e le “creature” che bussano alle porte di chi dorme di sandro

Commenti su Poesia/ Santa Cesarea di Alessandra Fusaro

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Bellissime come sempre le parole che arrivano nell’anima del lettore e descrivono i paesaggi e le sensazioni come un quadro vivo davanti agli occhi!!!

Commenti su Racconti/ Kader e il liuto di kader e il liuto | mariannahowaidy

Commenti su Roberto Ferri, pictor Apuliae di rosy

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molte le emozioni agitate dal Ferri con la sua superba tecnica. e molte di quelle che vorrebbero rimaner sopite. il mito dell’ancestrale collettivo, non più riconoscibile nall’arte contemporanea, riprende le sue sembianze di forza, di passione, di pulsione. Ciò che il contemporaneo sottende, contribuendo così alla sua trasformazione in tabù, con il Ferri riesplode in tutta la sua storicità; riecco l’Uomo.

Commenti su Passa la nube ma non la paura! di Redazione

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(di Claudio Santi)

Fukushima aggiornamenti dal fronte della catastrofe! Nel tratto di mare antistante all’impianto il livello di radioattività dell’acqua supera di 4.000 volte i limiti previsti dalla legge. Nell’acqua di un tunnel sotterraneo nei pressi del reattore n.1 è stato trovato iodio 131 ed il livello di radioattività misurato è circa 10 mila volte il livello che dovrebbe avere normalmente l’acqua che circola nel reattore. Cesio radioattivo anche nella carne prodotta da alcuni allevamenti.

Commenti su Racconti/ Kader e il liuto di Pier Paolo Tarsi

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Con delicatezza questo malinconico racconto è capace di regalare profumi, toni e suoni di un altrove reale che convive con quello immaginario. Un immaginario personale fatto di sole considerazioni e pensieri ma efficace, vero, credibile, pulsante di stridori e dissonanze, come quello fra gratitudine e rimorsi o quello fra la paura dell’altro e la voglia di partecipare alla vita immergendosi nell’incontro. Bello! Speriamo di leggere presto dell’altro di questa autrice.

Commenti su La pirateria nel Salento di tobia lamare & the sellers – creep (radiohead)power country version | Macrobuild.com Blog

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[...] La pirateria nel Salento « Spigolature Salentine [...]


Commenti su Un messaggio ai popoli in lotta al di là del mare di mariannahowaidy

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Do mila fili se li mbrigghi faci lu nzartu
(Mgliaia di fili intrecciati fanno una fune)

È proprio così. È esattamente così. I milioni di arabi che hanno lottato e continuano a lottare per la libertà, per migliorare i loro Paesi, sono fragili come fili, “ca se pigghi cu faci peccussine l’ha spezzati”; ma loro forza è stata proprio quella di intrecciarsi in un unico essere, “tutti de nu sentimentu”.
Sono le quattro del mattino e mi ero addormentata davanti alla tv. Sono stata svegliata dal pianto di una bambina. È una bambina yemenita piccolissima, avrà appena tre anni. Parla ai microfoni di Al Jazeera. Ha dipinti sul volto i colori della bandiera, rosso, bianco e nero, colori comuni a molte bandiere arabe. Ha gli occhi di fuori, un’espressione che è un misto di rabbia, sgomento e patriottismo, un patriottismo lampante che mai ci si potrebbe immaginare di vedere negli occhi nerissimi di una bambina di tre anni. “Vai via! Vai via!” grida lo slogan della rivoluzione yemenita, lo stesso di quella tunisina, egiziana, libica, siriana, bahreinita… Vai via Aly Abdallah Saleh, “hai ucciso papà”. La rabbia, lo sgomento e il patriottismo vengono cacciati via dalla disperazione e dal pianto e la bambina cade tra le braccia della madre.
Sarà che io ci sono finita molto vicina, più di quanto non immaginassi; che fra due anni sarò ufficialmente “araba” anch’io – inshallah – ma non riesco più a dormire dopo aver visto quella bambina.
Penso a Maan, il mio ex-coinquilino siriano con cui ho condiviso un appartamento al Cairo per più di due anni. Penso che non vede sua madre da 23 anni, che non vede la Siria da 23 anni perchè a diciassette anni si è beccato una condanna a 15 anni di prigione per avere espresso il suo dissenso politico a parole. Solo parole. Maan non ha picchiato nessuno. Non ha fatto male a nessuno, Maan, come si dice, “non farebbe male a una mosca”. Non può tornare in Siria perchè lì prigione significa morte, tortura.
Passa anche lui le notti in bianco a seguire quello che succede in Siria, nella speranza che anche lì si formi “nu nzartu” e tiri via il dittatore Assad.
Penso a Sally Magdy Zahran. L’ho vista l’ultima volta alla segreteria dell’Università Americana del Cairo dove seguiva dei corsi anche lei. L’ho salutata da lontano, non eravamo molto amiche. Aveva qualche anno meno di me.
Non avrei mai potuto immaginare che da lì a pochi mesi avrei visto in televisione la sua foto formato gigante a Midan Tahrir (Piazza della Liberazione) insieme alle altre foto dei martiri della Rivoluzione del 25 Gennaio. Chissà se se lo sentiva quando scendeva in piazza che sarebbe toccato a lei. Se avesse saputo che sarebbe morta martire, cosa avrebbe fatto?
Hanno raccontato sui giornali che era scesa per protestare insieme ai suoi compaesani nella città di Sohag (Alto Egitto). Il primo giorno era tornata a casa tutta bagnata e mezza accecata per i getti d’acqua e i lacrimogeni con cui la polizia aveva risposto agli slogan. La seconda volta era tornata a casa mezza tramortita per un colpo di bastone che aveva ricevuto da uno dei teppisti pagati dal governo egiziano per scagliarsi contro i manifestanti. La madre l’ha chiusa in camera a chiave. Si è messa a urlare dicendo che doveva scendere a difendere il suo Paese, che se sua madre non le avesse aperto la porta si sarebbe buttata dalla finestra per tornare a manifestare. Poi si è accasciata al suolo. L’emorragia cerebrale causata dal colpo l’aveva uccisa.
Penso all’Italia, all’unità d’Italia al nostro Risorgimento che ci ha tramandato molti dei valori per cui oggi si battono gli arabi. Sono contenta di vedere come il loro esempio ci abbia scosso le coscienze e ci abbia portato se non altro a pensare che se loro ce l’hanno fatta a mandare via dittatori eterni, allora forse anche noi se scendessimo tutti in piazza potremmo mandare via Silvio…
Penso all’occasione unica che abbiamo per redimerci da qualla colpa storica che è stata la colonizzazione della Libia. I lampedusani dovrebbero essere orgogliosi e onorati di poter essere in prima linea a porgere il loro aiuto e il loro contributo alle rivoluzioni arabe. Non importa se sono libici o tunisini o egiziani quelli che arrivano sulle coste siciliane. Sono tutti parte di quella stessa “Umma” araba, se ne aiuti uno, hai aiutato tutti gli altri.

Questo è il video della canzone “La Voce della Libertà” sulla Rivoluzione Egiziana del 25 Gennaio. I musicisti sono scesi in Piazza Tahrir al Cairo a filmare il video clip durante la Rivoluzione. Quelle che si vedono nel video sono scene autentiche.
Parte del testo:

(…) Ci siamo fatti sentire da chi non ci ascoltava,
Abbiamo abbattuto tutti gli impedimenti
La nostra arma erano i nostri sogni.
Il domani è chiaro davanti a noi,
lo aspettavamo da tanto tempo;
cercavamo e non trovavamo il nostro posto
In tutte le strade del mio Paese
La voce della libertà chiama.
Abbiamo alzato gli occhi al cielo,
la fame non ci importava più,
la cosa più importante erano i nostri diritti,
scrivere la nostra storia col sangue (…)

Commenti su Manduria/ Stucchi barocchi nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Nicola Fasano

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Bel pezzo ! Nico mi fece notare (nelle foto non si vede) scolpito sopra un altare, l’angelo che consegnava il modello della chiesa. Davvero abile questo plastificatore….

Commenti su Qualche riflessione sui festeggiamenti “unitari” d’Italia di gianni ferraris

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in realtà mi sentirei avvilito e frustrato a dover festeggiare questi signori. Parliamo di quello che dovrebbe essere il re? Lo steddo, prìer capirci, che faceva tiro al bersaglio su turisti tedeschi? Lo stesso invischiato mani e piedi in un giro di videopoker e prostitute? Tralascio considerazioni sul principino canterino e ballerino, oltre che praticante surreale di una disciplina a lui ignota: la lingua italiana. Festeggio l’unità d’Italia e la sua evoluzione in Repubblica Democratica fondata sul Lavoro. Non certo i cascami della monarchia. Ricordiamo vittorio emanuele secondo come si ricorda la storia. E lo studiamo. Chiedere di onorare questa roba che ci ha lasciato in eredità, beh mi pare eccessivo.

Commenti su Grottaglie, una cittadina a pochi chilometri da Taranto… di Daniela Lucaselli

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Suggestivi sono questi scenari che si snodano e si intrecciano nel nostro territorio. Ancora magicamente coinvolgenti quando vengono descritti con determinata abilità pittorica che riesce ad immergere il lettore in questi meandri meravigliosi della natura. Complimenti Carmen.

Commenti su Lecce/ Omaggio a Giuseppe Libertini e ai Patrioti del Risorgimento Italiano di Carla De Nunzio

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Gent.mo Dott. Marcello Gaballo,
La ringrazio calorosamente per la pubblicazione su “Spigolature Salentine”.
Naturalmente sarò lieta di incontrarLa alla Torre di Belloluogo.
Cordiali saluti.
Carla De Nunzio

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