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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di Pier Paolo Tarsi

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Gentile “Eva”,
a parte il fatto che firmarsi è sempre prassi di buon gusto quando si vuole discutere e sostenere il proprio punto di vista, del suo commento (in alcune parti per me condivisibile) sono totalmente inaccettabili le allusioni al fare “politica” dell’autore, nel senso deteriore della parola. Giacomo ha espresso (firmandosi!) il proprio punto di vista e il proprio sdegno, possiamo non condividere le sue idee (io stesso non sono totalmente d’accordo con lui su questa storia, come ho scritto sopra e altrove), ma non è giusto e corretto il suo modo di fare. Si può e si deve discutere con civiltà e rispetto reciproco (Giacomo con me, che non gli ho risparmiato obiezioni, ne ha dimostrato e ne dimostra tanto), senza arrivare sempre a disconoscere l’integrità morale dell’altro o attribuirgli intenzioni “politiche” latenti e sotterranee quando non la pensa come noi. Pertanto si firmi quando scrive in questo sito – se vuole un confronto civile – e discuta delle cose in questione e dei punti di vista delle persone, non delle persone stesse.
Saluti
Pier Paolo Tarsi


Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di Marcello Gaballo

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è un suo punto di vista, da alcuni, forse, condivisibile, ma non certo da me, amministratore di questo spazio web che la leggo per due volte in due diversi messaggi, con la stessa URL, sotto due nomi diversi. Questo modo di fare, dunque, è il Sud che non vogliamo, visto che lo impersonano soggetti che non hanno la forza di firmarsi e ricorrono all’escamotage dei messaggi multipli, per far capire che dissentono dall’opinione altrui. Cordialmente
Marcello Gaballo

Commenti su Serpenti di armandop

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Come per le piante anche per gli animali la corrispondenza tra il nome e la specie non sempre è territorialmente uniforme . Lo prova il fatto che a Nardò sacàra e ‘mpasturavàcche sono lo stesso animale, nonché, a quanto da lei riportato, il significato generico di serpente per sacàra/casàra in grecanico; quest’ultima voce, comunque, non è certo di origine greca.

Commenti su Cantando di notte sulla strada verso i campi da spigolare di wilma vedruccio

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Bellissima questa ricostruzione ragionata, di più..illuminata, di un tempo andato.
Per chi ha la fortuna degli anni, si possono cogliere cenni di un universo di civiltà contadina che dava dignità a tutti, anche a chi non aveva altro che “spigolar” nei campi falciati, ormai privi del frutto.Peccato che del canto non si riesca a risalire alla musica, almeno io non riesco…non sono neretina.

Commenti su The drummer boy di wilma vedruccio

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Grazie a voi per le parole di apprezzamento.
Attraversando i nostri piccoli paesi, in questi giorni afosi, è possibile imbattersi in una banda che, con le sue note, apre il cuore alla festa.E’ poi difficile allontanarsi da essa per tornare alla quotidianità della sofferenza climatica…

Commenti su Gallipoli e la sua fonte abbandonata di L’Antica Fontana abbandonata di Gallipoli

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[...] sinistra accanto al Santuario della Vergine del Canneto foto di: vecchiaprovinciadilecce.itGrazie a questo interessante articolo sul sito Spigolature Salentine, siamo venuti a conoscenza del fatto che nella Piazza del Canneto a [...]

Commenti su Gallipoli e la sua fonte abbandonata di Alessandro

Commenti su Gallipoli e la sua fonte abbandonata di Redazione

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E’ una battaglia che Pietro (che per primo ce lo ha segnalato) sta portando avanti da molte settimane. Speriamo, con tutti i gallipolini, che gli amministratori si accorgano della triste realtà ed intervengano per recuperare il prezioso manufatto. Chiunque lo voglia prepari una lettera per il Sindaco e saremo ben lieti di sottoscriverla. Il reperto va recuperato quanto prima e posto in bella mostra!


Commenti su Uno strumento educativo per bestie e per figli ribelli di Ìnchiu & Co. « Spigolature Salentine

Commenti su Una storia inutile di Alessio

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Complimenti Paolo! Un testo veramente bello

Commenti su Gallipoli e la sua fonte abbandonata di piero

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Grazie per le preziose foto dell’antica fontana ed in particolare quella della targhetta su di essa apposta. Volevo conoscere se avete avuto modo di interpretare cosa è inciso sulla targa. Semplice suggestione personale, che va verificata, mi fa intravedere nel riquadro ovale una miniatura dell’antica piazza Canneto con, in primo piano il portico del Santuario. Non sono riuscito a leggere il cartiglio intorno. Se avete notizie in merito vi prego di comunicarle. Accolgo, intanto, l’invito della redazio. L’antica fonte è commossa e ringrazia gli araldi della cultura!

Commenti su Le gazze, questi poveri bellissimi ed intelligenti corvidi di Alessio

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Mi auguro che Rosy possa presto volare via, per vivere libera nelle nostre campagne. Le gazza è un uccello particolarmente intelligente, scaltro e furbo (secondo i cacciatori molto più abile di merli e tordi a “schivare” le schioppettate e a percepire il pericolo). Tuttavia, in un passato non così lontano, è stato spesso oggetto di una pratica barbara. Non erano in pochi, infatti, a catturare le gazze per amputar loro le ali. Il fine era quello di trasformare questo splendido corvide in un buffo animale domestico. Per fortuna, almeno in questa circostanza, le cose cambiano

Commenti su Ìnchiu & C. di Angelo Micello

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il (v)inchiu come pollone potrebbe prendere il nome dalla sua funzione accessoria nella potatura degli ulivi quando era usato come legatura delle fascine?

binchiu qui al porto di castro è l’inerzia della barca che va a scontrarsi. “poi cullu binchiu su spattutu su nu cute…”

Commenti su Gallipoli e la sua fonte abbandonata di Redazione

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Piero vedi di abbozzare una lettera da inviare al Sindaco di Gallipoli e che invieremo come petizione degli Spigolatori. Appena pronta la inseriamo su Spigolature e raccogliamo le firme. Ovviamente la correderai delle foto gentilmente messe a disposizione, che saranno esplicative più di ogni parola.

Commenti su Ìnchiu & C. di armandop

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Mi pare del tutto evidente che la risposta affermativa alla tua domanda è, come scritto nel post, nel significato di “legame” che ha il latino vìnculum.
Il Rholfs registra per Alessano “bbìnchiu” col significato di “forza d’inerzia”, senza alcuna proposta etimologica. A Nardò la stessa voce è usata col significato di “sazietà” ed è, evidentemente, da bbinchiàre=saziare (come nel post ho argomentato, bbinchiàre=percuotere per me è solo un omofono). Credo che il significato di “forza d’inerzia” sia invece legato, per la tua voce, a bbinchiàre=colpire, per cui bbìnchiu ricorderebbe la spinta iniziale che poi continua nella forza d’inerzia.


Commenti su Ìnchiu & C. di Angelo Micello

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binchiu potrebbe avere un significato più comune: binchiu come forza d’inerzia starebbe per “il di più di quello che sarebbe servito per ottenere l’azione, così come pure “sazio oltre il bisogno”. anche qui da noi si usa binchiare come saziare.
infatti non esiste il verbo saziare. “M’aggiu bbinchiatu”, “l’aggiu bbinchiatu bobo bonu de mazzate”, ma pure col senso di colpire “porca l’oca, aggiu binchiatu nu corpu an capu…”

Commenti su Ìnchiu & C. di armandop

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In assenza pure a Castro di “bbinchiu”=colpo, è più plausibile la tua interpretazione.

Commenti su Una storia inutile di raffaellaverdesca

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Il dramma di vivere. La vita comincia ad essere un peso perchè si perde la leggerezza degli anni dell’entusiasmo, della speranza, delle lotte e del bicchiere mezzo pieno. Si baratta sempre tutto con qualcos’altro, il punto è capire se ne vale la pena. Il protagonista di questo bel racconto di Paolo è già stato risucchiato nei confini del proprio passato insieme ai ricordi e ai rimpianti. Solo il legame con la famiglia lo accoglie nel presente, un presente notturno. Brinda l’inutilità al banchetto del destino e il camion dell’immondizia non uccide il nostro primo attore ma gli indica la strada fino al bivio della scelta, la scelta già fatta da tempo.

Commenti su La ritrattistica, e non solo, di Carlo Casciaro di Salvatore De Giuseppe

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Carlo Casciaro, un bravissimo pittore, oltre che essere una simpatico e amichevole con tutti!
Ha riportato in pittura, in un bellissimo quadro, la piazza del centro di Giuggianello, un paesino vicino a Poggiardo, e quindi ad Ortelle. COMPLIMENTI!

Commenti su Ìnchiu & C. di fabio

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Dall’inciso in grassetto, deduco che al nostro Armando piace “assaggiare” lu ìnchiu del dibattito filologico amichevole (mai mi permetterei di dire scientifico, considerate le mie modeste conoscenze!).
Ora, strettamente connessa all’indagine linguistica del verbo salentino bbinchiàre (per il quale sono stati proposti, in autorevoli saggi, i lat. IMPLERE>*IMPLARE, lat. AB+IMPLERE, lat. AB+INFLARE, idem X ital. ABBOTTARE), oso esporre la mia ipotesi etimologica, che probabilmente farà torcere il naso.
Ebbene, d’accordo con l’esposizione del signor Armando, il verbo in questione (bbinchiàre e non binchiàre) lo ritengo strettamente legato (‘vincolato’) al sostantivo (v)ìnchiu, in quanto derivato da una forma latina volgare *ADVINCULARE, che in alcuni dialetti meridionali ha dato forme con i passaggi fonetici ben noti: –DV->-bb, -NCL-> -nchj-/-nghj-. Quindi, dicevamo, la voce *ADVINCULARE dovrebbe aver avuto un primo significato con il senso di «percuotere (con violenza) con il ‘vinchio’ persone, animali o cose» (così ad Andretta AV abbënghjà, a Farnese VT avvenchià). Da qui, vuoi per le “essìche” prodotte, vuoi per il significato esteso, in altri dialetti ha dato il significato di “gonfiare” e quindi “satollare, rimpinzare, saziare” (così a Corato BA abbënghjà, a Bari abbëgnà, a Lecce bbinchiàre); semanticamente simile, si ha nell’italiano “gonfiare di botte” > “riempire di botte”.
Ritengo meno probabile che bbinchiare sia un verbo denominativo da vìnchiu con il prefisso AD-; alcuni parlari salentini hanno formato il verbo apposito vinchisciàri ‘colpire con il vìnchiu’ (così a Latiano).

Per quanto concerne l’aggettivo vièto “vecchio” mi chiedo se esso veramente derivi dal lat. vĕtus-vĕtĕris-vĕteri-vĕtĕrem-vĕtŭs-vĕtĕre, allineato ai sostantivi del tipo lătŭs-lătĕris-lătĕri-lătŭs-lătŭs-lătĕre, che per analogia, forma un accusativo *vĕtŭm, con normale dittongazione di ĕ in sillaba aperta a iè (cfr. pĕdem > piède). Inoltre, l’etimologia del toponimo Orvièto (da Urbs vetus) porrebbe un altro tassello a favore.

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