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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Giornata Internazionale della Guida Turistica di Nicola Fasano

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…per non parlare della famigerata legge sulla guida turistica nazionale….


Commenti su Gli Armeni in Italia di Walter

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Mi permetto di segnalare la presenza a Venezia, oltre a due chiese (Santa Croce degli Armeni, vicino a San Marco, ricavata all’interno dei primi edifici loro assegnati, e San Lazzaro degli Armeni, sull’isola omonima), del famoso Collegio Armeno (Ca’ Zenobio), dove centinaia di giovani armeni hanno ricevuto istruzione ed educazione (tra l’altro è il collegio nominato nel libro “Masseria delle allodole”)

Commenti su Sanremo 2011 di rocco boccadamo

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Angelo, grazie della tua osservazione. In effetti, nonostante i buoni propositi nell’analisi di determinati argomenti, il rischio di “scivolare” può permanere e, quindi, essere rilevato da chi legge. Tuttavia, nella specifica fattispecie, mirerei ancora all’obiettivo di “gridare” di fronte a certe spese allegre. Ciò, tanto più che, da fonti più appropondite, ho appreso che il cachet complessivo per Benigni non è stato di 250.000, bensì di 500.000 euro e, inoltre, agli esborsi già menzionati per i big, bisogna aggiungere i 300.000 euro riconosciuti a Monica Bellucci e i 125.000 (sotto forma di noleggio dell’aereo personale) pagati per Robert De Niro. La somma di 1.150.000 euro diventa, perciò, pari a 1.825.000 euro. Certamente, non briciole.

Commenti su Gli Armeni in Italia di Redazione

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Grazie Walter. Benvengano queste segnalazioni e speriamo in altre, che confermino l’importante presenza ultramillenaria degli armeni in Puglia e in Italia.

Commenti su Una mezza giornata nella masseria Bellimento, nel parco di Portoselvaggio di laura presicce

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caro Antonio, ti ringrazio di cuore per aver scritto questo pezzo e per aver fatto rivivere in virgolettato le mie parole.
io attualmente sono in Spagna in Erasmus, lontana dalla mia casa, dalla mia famiglia, dai miei formaggi…. quelle “cose” che prima odiavo. si. odiavo. ed ora, dopo un pomeriggio passato nella mia masseria ti chiederai come si può odiare quel posto. non voglio tediarti, solo che da piccolina mi costava tanto viverci, lontano dal centro, dai miei amici, dalla città. poi col tempo ho imparato ad amare tutto quello che mi circondava. svegliarmi al mattino, guardare fuori dalla finestra e vedere il mare, sentire l’odore del timo, tanto amato dal nonno, apprezzare la genuinità dei formaggi che ora mi mancano tanto… già, perchè ora che sono lontana apprezzo ancora di più quello che ho e ti ringrazio per le bellissime parole… per un attimo mi hai riportata nella mia Bellimento…
ps: quello che dice mamma è vero… io ricordo da piccola che in inverno asciugavo i capretti appena nati con phon e li guardavo dormire in casa avvolti nelle coperte… sembrano ricordi banali, però è da questo che mi accorgo di quanto sono fortunata! grazie ancora!!!!

Commenti su 1 dicembre. Sant’Eligio. Una tela di Donato Antonio d’Orlando a Nardò di Giovanni Colitta

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Interessante questo lavoro del D’Orlando. con il restauro sono venuti fuori dei particolari significativi.. sono felice che abbiate citato il suo intervento a Seclì dove è presente una tela dell’artista dal titolo ‘Cristo in Gloria’… il D’Orlando? un maestro dell’arte che merita di essere valorizzato dalla critica come il suo contemporaneo Gian Domenico Catalano. Entrambi, sono protagonisti di una nuova maniera pittorica legata alla produzione di icone, che segna il passaggio dalle immagini bizantine a quelle di impronta manierista con asservimento ai principi della Controriforma. Approfondiamo.
Giovanni Colitta

Commenti su 1 dicembre. Sant’Eligio. Una tela di Donato Antonio d’Orlando a Nardò di Redazione

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Caro Giovanni
grazie per il sentito commento. Il D’Orlando è un chiodo fisso che da anni mi gira per la testa. Sarei ben felice se ci offrissi qualche tuo contributo in merito, descrivendo una tela, offrendo qualche confronto, riportando note biografiche… Mi auguro vorrai essere al nostro fianco per colmare anche questa grave lacuna, cercando di dare il giusto merito a tanta bella arte salentina, così trascurata.
I due Artisti che citi sono una pietra miliare per la pittura di Terra d’Otrando e speriamo di cuore che tu ce ne offra qualche ghiotto boccone…

Commenti su Luigi Presicce: vincitore della seconda edizione del premio Talenti Emergenti di Luigi Presicce: vincitore della seconda edizione del premio …

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[...] Prosegue Articolo Originale: Luigi Presicce: vincitore della seconda edizione del premio … [...]


Commenti su Quando il Rohlfs sbagliò nel voltare e volò fuori pista… forse di Angelo Micello

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Utulisciare, mi ha sempre ricordato il gesto di rotolare le botti (utti) per spostarle di posto. O quando si lavavano con quel gesto tipico di farle ruotare sul posto oscillando (scimmarisciata).

Commenti su Quando il Rohlfs sbagliò nel voltare e volò fuori pista… forse di Redazione

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ulitare è genericamente utilizzato nel senso di “sporcarsi”, specie riferendosi a bambini. Mi pare che venga anche usato per le donne di facili costumi che sono avvezze “cu ssi ulùtanu bbone bbone cu quistu o cu quiddhu”. In entrambi i casi si tratta pur sempre di “rivoltarsi”: nel fango nel primo caso, nel letto nel secondo. Trovo perciò attinenza tra i due verbi

Commenti su Quando il Rohlfs sbagliò nel voltare e volò fuori pista… forse di armandop

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Continuo a pensare che la relazione tra ulitare e utulisciare sia solo semantica e non etimologica, anche perché trovo che il “moralismo” popolare in cui si è esaltata la sessuofobia del passato (?) non avrebbe consentito o mal avrebbe sopportato che da un verbo legato al mondo dei bambini se ne sviluppasse (sia pure solo con l’aggiunta del suffisso frequentativo) un altro più o meno evidentemente legato alla sfera sessuale o, comunque, ad un’attività sessuale da riprovare (almeno sulla carta…). Ringrazio anche l’amico Angelo, soprattutto per quel “scimmarisciàre” che non conoscevo (la possibilità, invece, che le prime due sillabe di utulisciàre possano essere legate a utti è da escludersi) e che il Rohlfs non registra. Credo che sia composto da s- intensiva (dal latino ex) e il corrispondente dialettale dell’italiano mareggiare; se è così, viene confermata, se pure se ne avvertiva il bisogno, la creatività del dialetto: lavare le botti è come creare al loro interno una piccola mareggiata.

Commenti su Kalinifta: cantare l’amore in Griko di Medica Assunta Orlando

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La cantavo da ragazza sugli scavi. Col tempo avevo perso la memoria di molte parole e mi dispiaceva moltissimo, non avendo più quella tanto amata figura di nonna, che me l’aveva insegnata. Per questo grazie, dal cuore.

Commenti su Il palazzo ducale dei D’Amato a Seclì (Lecce) di Marco d'Amato

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Complimenti per l’ottimo articolo e la ricerca effettuata. La mia Famiglia mi parlava della Magione a Secli’ e della sua storia da Voi ben riportata. Farebbe piacere a chi di loro che non c’e’ piu’ rivederla restaurata , anche se da tanto non piu’ di nostra proprieta’. Veramente piacevole e interessante vedere che c’e’ ancora chi ama non fare perdere la memoria delle cose vissute e quanto rimasto materialmente.
Ossequi

Marco d’Amato

Commenti su Il palazzo ducale dei D’Amato a Seclì (Lecce) di Redazione

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Grazie per l’apprezzamento. Il palazzo ducale è stato in parte recuperato e se ne sta completando la ristrutturazione. Un gruppo di noi di Spigolature lo ha visitato qualche settimana fa, grazie alla disponibilità degli Amministratori, e ci sono delle belle sorprese di cui non mancheremo di informarvi

Commenti su Quando il Rohlfs sbagliò nel voltare e volò fuori pista… forse di Angelo Micello

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sciammarisciare – ho dimenticato una a
è usato anche per riferirsi a uno scuotimento anche del corpo.
” ma ce mme sciammarisci…, no te stai fermu?”


Commenti su Sanremo 2011 di Angelo Micello

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Ci sono stati anni in cui Sanremo è stato organizzato con i fichi secchi. Senza orchestra e con i cantanti che si esibivano in playback, raccattati dove capitava. Non che questo giustifichi gli sprechi. Guardando le cifre che pubblichi prova a dimezzarle per via della tassazione molto alta, poi considera che dietro a queste persone si muovono autori che preparano i testi (anche i comici più bravi hanno autori, non tutto è farina del loro sacco) e che anche loro vivono per pochi eventi l’anno anche se di “qualità”. E infatti gira voce che la quota di caché di Benigni sia stata devoluta in beneficenza, mentre quella per il suo staff (autori e agente) sia stata incassata. Anche per le due showgirls il compenso sembra alto, ma dimezzato dalle tasse, infilati di mezzo tre mesi di ritiro dalle scene e comparsate e il dover iscriversi ad una palestre e a una delle scuole di ballo romane più costose, ecc… i 150.000 diventano 75.000 e poi quindi ancora meno. Gli resta comunque una ripresa di notorietà che produrrà loro altri e nuovi cespiti sicuramente. Tornando a Benigni, il “comico” si è esibito esattamente per 50 minuti dall’inizio dell’entrata in scena alla sua uscita. A parte i discorsi sugli ascolti e sulla pubblicità, quell’ora di spettacolo è costata in media di 300.000 euro. Consideriamo nulli i costi già assorbiti delle scene, della regia, della produzione in generale, (ripartiti su quattro serate e poi la puntata di domenica con la stessa scenografia e l’obbligo di comparsata per tutti i cantanti in gara) e trattandosi di caché quindi tassato come reddito (per cui quasi la metà torna direttamente allo Stato) quell’ora, alla tv pubblica, è costata circa 150.000 euro. Non credo che uno spettacolo da prima serata il sabato costi per ora meno di quella cifra. Benigni, infatti , ha organizzato una piece autonoma all’interno dello spettacolo per quasi un’ora. I 300.000 euro puliti di Morandi potevano essere incamerati dallo stesso partecipando alla gara come cantante ( cosa che pare sia tentato a fare la prossima edizione invece che il bis da conduttore). Dietro Morandi ci sono autori di testi e musica che devono pur mangiare, o canta o non canta Morandi. Comunque le cifre sono alte, anche in rapporto alla qualità della prestazione offerta. Fai conto che alla nota Ruby per sedersi a un palco di debuttanti in Austria tra qualche giorno senza far nulla sono stati offerti 35.000 euro e l’aereo personale. Evidente un qualche ritorno per qualcuno in qualche modo ci sarà.

Commenti su Quando il Rohlfs sbagliò nel voltare e volò fuori pista… forse di armandop

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La a in più autorizza a supporre, dopo la s- (da ex) anche un’originaria preposizione ad (exadmarisciàre>sciadmarisciàre>sciammarisciàre.

Commenti su Bisignano e Nardò. I Sanseverino e gli Acquaviva di Loris Castriota Skanderbegh

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Articolo interessante. Vi prego solo di correggere il cognome della moglie di Pietrantonio Sanseverino: era con Erina Castriota SKANDERBEG (o, nella più comune stesura italiana SCANDERBEG), e non Scandemberg.
Cordiali saluti.
Loris Castriota Skanderbegh (del ramo di Ruffano e Lecce).
Giornalista

Commenti su Spulisciàtu, ovvero il participio passato in funzione aggettivale più caro a Rosa di Nardò di Redazione

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l’interessante disquisizione non mi sembra però potersi applicare all’utilizzo del termine dialettale in altre occasioni. Se la pasta o il riso “spulescia” vuol dire che è andato ben oltre il tempo necessario per la cottura, quindi è stracotto. Come si giustificherebbe allora l’etimologia che ci offri? Non mi permetto di contestare alcunchè (non ne sarei in grado) ma non potremmo anche pensare ad un originario “scapulisciare” e quindi da un “ex-capula”? solo un sospetto, che so bene smentirai subito!
Il cereale “spulisciatu” è uscito fuori dalla normale conformazione, sebbene cotto, ha perduto l’aspetto che gli è proprio. Fosse solo scotto si direbbe “scuettu”. Quindi “lu spulisciatu” di Rosa non sarebbe altro che il giovinastro che ha perso ogni buona norma, divenendo moralmente irriconoscibile. Avrò fantasticato, caro Armando, ma volevo togliermi questo dubbio, approfittando della tua infinita pazienza di maestro e correttore

Commenti su Spulisciàtu, ovvero il participio passato in funzione aggettivale più caro a Rosa di Nardò di pino de luca

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sorprendente la derivazione da pus … io ho sempre pensato che derivasse da spulciare, ovvero privare delle pulci e quindi disunire e frammentare come si faceva dei vecchi materassi o “saccuni” quando si “spulciavano” o si “spulisciavanu” ma questa lettura è indubbiamente stimolante.
Un saluto

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