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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Non bisogna bere il mare per capire che l’acqua è salata di gianni ferraris

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Duro il lavoro del “formatore” in tempi di globalizzazione, di rarefazione degli ideali, della politica senza etica. Che dire ai ragazzi che si diplomano? Due figli, una all’università, l’altro diplomato proprio martedi scorso con il massimo. Dovrei esserne felice… Dovrei. Invece vengono scagliati entrambi nel mondo dell’assurdo, dove la precarietà è norma. Eppure… Eppure bisogna lottare. Capanna e le sue analisi, Marco Revelli e le sue parole che ascolto ogni tanto in qualche TV. Però se ascolti le notizie altre, quelle correnti e comuni, ti viene di istinto dire “ma chi me lo fa fare di ascoltare questi utopisti? La realtà è altra, diversa”. Però mi ritrovo a scrivere di pacifismo in un mondo di guerre, di lavoro in un mondo di precarietà, di dignità in un mondo di crollo dell’etica. QUella che troppi spacciano come come la vera novità: la caduta delle ideologie, ha creato mostri. Eppure occorre lottare e tentare di capire. Senza studiare e porsi domande il mondo non lo cambia nessuno. Non sono insegnante, conosco moltissimi insegnanti di scuole di ogni ordine e grado, dalle materne all’università. Parli degli occhi dei ragazzi, ti dico degli occhi dei miei amici seduti in cattedra? Sono stanchi, disillusi. Apparteniamo ad una generazione che ha tentato di spaccare il mondo e ci si ritrova così, senza un furuto. Però occorre lottare ancora, ogni tanto, e neppure per gioco, mi dico che questo mondo possiamo cambiarlo. Il PIL che governa le cose. La fame, la miseria, la precarietà sono solo piccoli incidenti di percorso nel cammino del PIL. LA vita della maggioranza della popolazione mondiale è un incidente di percorso? Qualcosa non funziona. Però, in fondo, ben vengano i magici pifferai di donna utopia.


Commenti su Non bisogna bere il mare per capire che l’acqua è salata di Pino De Luca

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I pifferi trasformano l’utopia in atopia, forse è l’ora delle trombe per portare l’utopia a eutopia …
Perdonami le criptiche osservazioni di un professore di nulla che prova ad non essere un professore da nulla.

Commenti su Poesia/ Gallipoli di Alessandra Fusaro

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Come non visitare un luogo così pregno di fascino e cultura e che racchiude in sè
tutto il fascino del meraviglioso salento?
Gallipoli rappresenta un frammento della nostra Italia completa di tutto ciò che un visitatore può
desiderare: storia, cultura, bellezze naturalistiche uniche nel loro genere e non per ultima una cucina
incredibilmente variegata e rappresentativa del più ricco mediterraneo.

Commenti su Il Cristo deposto nella chiesa del Carmine in Nardò di Copertino. La chiesa matrice di Santa Maria ad Nives elevata a basilica pontificia minore « Spigolature Salentine

Commenti su La porta bronzea della basilica Sancta Maria ad Nives di Copertino di Copertino. La chiesa matrice di Santa Maria ad Nives elevata a basilica pontificia minore « Spigolature Salentine

Commenti su Lecce. Trasformazioni e ampliamenti del convento di Santa Maria del Tempio di Salvatore Fiori

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La ringrazio per avermi citato nel suo documentato e intelligente articolo: pensi che il mondo accademico leccese ( e non faccio nomi, poiché troppo importanti) ha snobbato la mia ricerca fin dal suo nascere (quando io chiedevo a laureati e laureandi leccesi notizie e documentazione, e questi riferivano poi ai rispettivi docenti), non risparmiandomi ironie e sarcasmi(che mi venivano puntualmente riportati) sulla presunta presenza templare a Lecce, così importante e verificabile documentalmente!
Io mi aspetto, sicuramente, qualche traccia del XIII- XIV secolo, ovvero resti della masseria templare del “Feodum Domus Templi”, da questo benaugurato scavo! …così come sto avendo, in questi ultimi mesi, eccezionali riscontri grazie a materiali templari rinvenuti in altri siti salentini, che ho citato nel mio libro e che pubblicherò in una relazione al prossimo Convegno sui Templari della LARTI, ad Otranto nel settembre 2012.

Commenti su Lecce. Trasformazioni e ampliamenti del convento di Santa Maria del Tempio di Giovanna Falco

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Arch. Fiori la ringrazio per il suo intervento e per le lodi al mio articolo. Se le sue aspettative dovessero trovare riscontro negli scavi, si potrebbe consultare una pagina dimenticata di Lecce, ciò sarebbe fondamentale per conoscere una fase storica della città di cui ci sono pochissime testimonianze

Commenti su Nel Salento si producono le migliori angurie del mondo. Ma è crisi… di minopresicce


Commenti su L’acqua ti lu ‘mbile e la taranta di Pier Paolo Tarsi

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In una pagina – che fa tutt’uno con questo tuo elogio dell’errore – scriveva il buon Jaspers che “Colui che si sottrae alla critica non vuole “sapere” nel senso proprio della parola”. Caro Armando, ogni lettore qua sa ormai quanto tu sia interessato alle sole critiche e alle obiezioni, ognuno sa quanto tu sia avverso e forse persino infastidito dagli apprezzamenti. Ahimè, non potrò darti soddisfazione di fronte a un pezzo così, condivisibile in tutto, una lezione impagabile – nella sua prima parte – per chi come me si affaccia alla professione che tu hai svolto per una vita. Grazie.
Pier Paolo

Commenti su Lecce. Trasformazioni e ampliamenti del convento di Santa Maria del Tempio di gianni ferraris

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evvai così, quando c’è troppa pace e serenità i falchi fanno razzie. Ops, Falco, singolare, non è necessariamente corrispondente del suo plurale. In questo caso men che mai.

Commenti su Irene Mancini intervista Alfredo Romano sull’emigrazione salentina a Civita Castellana. SECONDA PARTE. di Irene Mancini intervista Alfredo Romano sull’emigrazione salentina a Civita Castellana. TERZA PARTE. « Spigolature Salentine

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[...] Vai alla seconda parte dell’intervista [...]

Commenti su Albicocche e Templari nel Salento di Angelo Micello

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Alias SPERGIE, VARNACONCHE, VARNACOCCHE

Commenti su Caldo! non ce la fanno più neppure i santi! di Pier Paolo Tarsi

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E se fa caldo anche in paradiso figuriamoci quaggiù! :/

Commenti su “Scazzicàre” parente di “calcio”: chi l’avrebbe mai detto! di fabio

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Mi permetto di esprimere delle riflessioni etimologiche: il verbo neretino scazzicare, quale intensivo con -ic- di scazzàre ‘scalzare’ < ex-calceare, ben si adatta all'economia del dialetto in questione. Ma il leccese ha scausare, squasare: non abbiamo una forma intensiva in -ic- **scausicare, *squasicare; così il brindisino scazari non ha scazzicàri non ha una forma *scazicari.
Il nostro verbo trova corrispondenza in molti dialetti dell'Italia meridionale nella forma scazzecà, con il significato principale di 'smuovere', quello secondario di 'sollevare, distaccare' e quello figurato di 'stimolare, stuzzicare': il verbo scazzecà viene inteso come intensivo (con -ic-) del verbo scazzà 'schiacciare', 'scacciare', 'sommuovere', a sua volta dal lat. captiare (da cui l'ital. cacciare) con s- intensivo.
Attendo lumi.

Commenti su “Scazzicàre” parente di “calcio”: chi l’avrebbe mai detto! di fabio

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Aggiungo che in passato avevo vagliato la probabilità che il verbo scazzecare (a Lecce), quale intensivo di un verbo (mancante) *scazzare, sia verosimilmente di prestito napoletano.
Oppure, da un precedente *scuzzicàre che origininariamente doveva significare «togliere, rimuovere la crosta», verbo denom. di sal. còzzica ‘crosta’; da qui il passaggio semantico di ‘sollevare, distaccare’ > ‘stuzzicare, stimolare’. Un confronto lo abbiamo nel romanesco scoccià(re) ‘togliere il guscio (=còccia)’, quindi ‘rompere (spec. il guscio delle uova)’.
Saluti.


Commenti su Mayno della Spinetta di lidia

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Mi può aiutare a trovare l’articolo di Castelli ? Sul sito dell’ Isral non riesco a rintracciarlo, grazie !!!!

Commenti su “Scazzicàre” parente di “calcio”: chi l’avrebbe mai detto! di armandop

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Faccio notare che “pantaloni” in dialetto neretino è “cazzi”, in altri “càusi” e “calzetta” è “cazzèttu”, in altri “quasetti”. Non mi convince l’interpretazione di “scazzecà” come trascrizione di schiacciare (in neretino squazzàre) perché semanticamente mi pare piuttosto ardito il passaggio dal concetto di premere al suo esatto opposto e fa confusione tra “schiacciare”, probabilmente di origine onomatopeica, e “cacciare” (nel senso di “tentare di catturare” [dal latino *captiàre (omologo a captàre, intensivo di càpere, come initiàre da ìnitum, supino di inìre)] e in quello solo apparentemente contraddittorio di “allontanare, mettere in fuga”.
Quanto a “scazzicare” figlio di “scuzzicare” faccio notare che nel dialetto neretino quest’ultima voce è presente proprio col significato di “scrostare , da “còzzica” che per me è forma aggettivale da coccio (probabilmente dal latino clocea variante di cochlea=chiocciola) o, in alternativa meno convincente per motivi fonetici, potrebbe essere connesso con l’italiano cotica (forma aggettivale dal latino cutis=pelle).
Altro che lumi! In questo settore si rischia costantemente di restare con le batterie esaurite ed è fondamentale l’aiuto di altre lampade. È per questo che la ringrazio, non solo per l’attenzione…

Commenti su Caldo! non ce la fanno più neppure i santi! di gianni ferraris

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a me piace il caldo. Amo l’estate e quelli che ci sono nati. E’ chiara, bella, Al massimo si aprano le finestre, anche per santi.

Commenti su Libri/ Il custode delle reliquie di Libri/ Il custode delle reliquie « Spigolature Salentine

Commenti su Pubblici appalti per la pavimentazione della città di Nardò tra 1582 e 1584 di Salvatore Calabrese

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Da notizie tramandatemi oralmente da vecchi concittadini, son venuto a conoscenza che nei primi anni dell’ultimo secolo alla pubblica amministrazione dell’epoca si era presentata la necessita’ di ripristinare le vie del centro storico neretino in quanto erano mal messe e necessitavano di urgenti ripristinazioni (come si può notare, passano gli anni, passano i secoli, si susseguono le amministrazioni ma le nostre vie cittadine non hanno mai goduto di buona salute). Purtroppo, come al solito, le nostre casse comunali sono sempre state in deficit e l’amministrazione dell’epoca per ottenere l’impegnativa necessaria per le riparazioni stradali, tramite i notabili e gli esponenti politici, si prodigò per chiedere al governo nazionale un appropriato contributo, contributo che non ottenne in quanto il governo centrale impegnato con le missioni coloniali libiche non poteva finanziare (anche questa una similitudine che a distanza di quasi 100 anni si sta ripetendo). Viste naufragare tutte le richieste, ci si rivolse direttamente alla Casa Regia del Quirinale e il Re in persona si impegnò a far avere alla nostra Città i basoli necessari per sistemare una strada del centro storico, non solo ma volle differenziare quella strada dalle altre fornendo non i soliti basoli bianchi calcari di pietra viva provenienti dalle cave di posti vicini, ma inviando sul posto dei basoli neri di origine vulcanica provenienti da posti attigui a vulcani attivi. Quelle originali pietre nere furono adibite per basolare l’intera strada che dalla piazza centrale scendeva a l’Osanna e per ringraziare degnamente il Re per il suo generoso contributo si decise di dedicargli quella via che da allora divenne CORSO VITTORIO EMANUELE III.
Queste sono notizie tramandatemi oralmente, quasi certamente saranno state amplificate e ricamate ma, ritengo altrettanto vero, che hanno una base veritiera da verificare e completare con l’aiuto di chi può saperne più di me

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