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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Divinità egizie nel Salento: il cinocefalo di Porto Cesareo di La divinità egizia scoperta nel 1932 a Porto Cesareo » Visit Porto Cesareo, nel Salento

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Commenti su Uccio, un pezzo di storia, la nostra storia di Un anno fa l’ultimo viaggio di Ucciu Aloisi, il cantore antico del Salento « Spigolature Salentine

Commenti su Il canto della terra di Uccio Aloisi di Un anno fa l’ultimo viaggio di Ucciu Aloisi, il cantore antico del Salento « Spigolature Salentine

Commenti su Senza titolo, per non metterne più di uno… di Pier Paolo Tarsi

Commenti su La produttività degli onorevoli di enrico ciarfera

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Se fossero l’80% in meno forse produrrebbero di più.
E’ proprio il caso di dire che la “montagna ha partorito un topolino (senza offesa per il topolino)”.
Ma hanno avuto almeno il coraggio di ridursi, come hanno fatto per il pubblico impiego, i loro parchi emolumenti ? Ma forse il iloro più che pubblico è “privato impiego” (inteso come impiego per le cose private).
Non c’è limite alla vergogna!

Commenti su La cicerchia, antico e rustico legume. Tutto, ma proprio tutto… di enrico ciarfera

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A Nardòm la chiamano “jànghe ti muèrtu”.

Commenti su Un anno fa l’ultimo viaggio di Ucciu Aloisi, il cantore antico del Salento di Giuseppe Cesari

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indimenticabile Uccio… Uccio Aloisi e Uccio Bandello, soprattutto per noi di Cutrofiano che continuiamo a suonare musica popolare salentina, sono i due personaggi che ci hanno cresciuto culturalmente parlando e ci hanno trasmesso la passione per la musica e la cultura salentina. E’ giusto ricordarli perchè il Salento oggi non è quello dei De Martino e dei tanti studiosi che son venuti qui a studiare per brevi periodi pubblicando poi i lavori e diventando famosi. Il Salento oggi è quello di chi il Salento lo ha costruito vivendo e lavorando qui, tra mille difficoltà, decidendo di rimanere qui senza cedere alle tentazioni di facili guadagni all’estero o al nord. il Salento di oggi è quello costruito da quelle persone che come Aloisi e Bandelo (gli Ucci) hanno amato e vissuto la nostra terra.
ricordi indimenticabili tornano alla mente, serate memorabili tra tamburelli, canti, danze e ottimo negramaro nelle case di campagna… da ragazzino li accompagnavo con la chitarra nelle loro performance musicali… indimenticabili le “strolacate” per un semitono preso male… Uccio Aloisi oltre a cantare era bravissimo a fischiare e il ricordo più simpatico che ho di lui fu quando il buonanima di mio padre mi portò in campagna di Uccio per parlare di un lavoro e lo trovammo affranto perchè avendo perso un dente non riusciva più a fischiare… per riuscire doveva chiudere il buco lasciato dal dente mancante con un dito… quando lavorava scavando pozzi lui fischiava sempre le sue melodie preferite e la sua preoccupazione maggiore era di non riuscire più a lavorare perchè senza dente una delle mani era occupata a chiudere il buco! senza musica era incapace di vivere… anche il mio gruppo “CARDISANTI” sarà sul palco sabato sera a ricordarlo, a ricordarli… fanno parte del mio gruppo Lina Bandello, figlia di Uccio Bandello, che per l’occasione canterà gli stornelli insieme al fratello Tonio, entrambi cresciuti tra tabacco e musica, anche se oggi sono dei professionisti… c’è anche Uccio Casarano, organettista degli Ucci, che li accompagnò per tanti anni nei loro concerti in giro per l’italia e non solo…
Giuseppe Cesari

Commenti su Senza titolo, per non metterne più di uno… di Pier Paolo Tarsi

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Mi viene in mente un’ipotesi alternativa: e se derivasse da Mucus, come l’italiano Moccioso o il dialettale Mucculone, termine quest’ultimo che in fondo ricorre con un significato sovrapponibile a Macu?


Commenti su Senza titolo, per non metterne più di uno… di fabio

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E’ interessante notare la comunanza semantica che lega i termini salent. macu/masciàru (e forse màsciu) con il significato originario di ‘stregone’ poi degenerato in ‘strano’, come il salent. strulicare ‘farneticare’ da stròlicu ‘astrologo’. Cosa ne dite?

Commenti su Senza titolo, per non metterne più di uno… di Pier Paolo Tarsi

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Il ragionamento di Fabio porta acqua al mulino di Armando. E però, ragionando non da filologo quale non sono, la mia ipotesi mi appare più in linea con il rasoio di Occam e dunque più plausibile ed epistemologicamente fondata. Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem, ed infatti: un solo termine (mucus), dal quale derivano i due termini Mucculone e Macu che sono semanticamente identici nell’uso copertinese. Mucculone sta per ingenuo (sfumatura in cui si sente l’origine latina, il riferimento al mucus del fanciullo, essere ingenuo per antonomasia), fesso, stupido (dove la sfumatura originaria è recisa), esattamente come Macu!

Commenti su Senza titolo, per non metterne più di uno… di Marcello

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e se “strulicare” derivasse invece da “extra-logos”, fuori dalla ragione? L’ipotesi di Pier Paolo mi pare possibile…

Commenti su Bari e Lecce. Psicologia di una diversità di Giulio Tornese

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Tutti i concetti di distanza tra Lecce e Bari sono stupendi ed impeccabili in questo pezzo.
Peccato però, che la maggior parte dei salentini di oggi affondi inesattamente le proprie radici d’essere non nella Magna Grecia per poi sentirsi conterraneo di un “Quinto Ennio” e così via, ma in una travagliata (secondo il fedele tifoso) storia calcistica di U.S Lecce, fiero di un “Ernesto Chevanton” o “Mirko Vucinic”! Purtroppo attualmente le sostanziali differenze tra il classico leccese e il classico barese stanno nelle “distanze” tra le rispettive società sportive, premettendo che il leccese dovrebbe riflettere meglio sul suo sentirsi “classico”!

P.s
Non è assurdo che ogni classico barese vorrebbe essere come Cassano?? xD

Commenti su 2699 NO alle trivellazioni nei mari del Salento di Pierfelice Zazzera

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Caro Marcello, ti ringrazio per il post sulla mia pagina facebook in merito alla calendarizzazione in Commissione congiunta X e VIII della Camera della risoluzione 7-00573 proposta dall’IDV per chiedere la moratoria delle trivellazioni petrolifere in mare, di cui è iniziata la discussione parlamentare. Per quanto riguarda le 2700 firme sarei disposto, se loo ritenete, a consegnarle alla commissione ambiente dove è in discussione la risoluzione. Sarebbe un bel modo di comuncare la mobilitazione del popolo pugliese per i beni comuni. Un caro saluto Pierfelice Zazzera deputato IDV

Commenti su 2699 NO alle trivellazioni nei mari del Salento di Marcello

Commenti su Senza titolo, per non metterne più di uno… di Pier Paolo Tarsi


Commenti su Un anno fa l’ultimo viaggio di Ucciu Aloisi, il cantore antico del Salento di Cosimo Guercia

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Grade uomo di grandissima umilta’

Commenti su Settembre in Salento di Alessandra Fusaro

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Sentimenti misti di tiepida malinconia e dolcezza sono richiamati dai versi ricchi di immagini che la memoria richiama e che agli occhi sembra quasi di poter vedere.
Vivide immagini dunque, ricercatezza nel dettaglio delle descrizioni sempre azzeccate che lasciano il lettore pregno di sensazioni ed emozioni incalzanti.

Commenti su Nessuno tocchi gli ulivi di Puglia! di luigi paolo pati

Commenti su Nessuno tocchi gli ulivi di Puglia! di Giovanna Falco

Commenti su Senza titolo, per non metterne più di uno… di armandop

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Rispondo cumulativamente e ringrazio per gli interventi, anche se, ribadisco, sarebbe bello che i collaboratori non fossero sempre i “soliti noti”.
Il “màsciu” cui allude Fabio credo sia la voce di Alessano, Castrignano dei Greci, Galatone, Galatina, Parabita e Seclì, usata nel significato di persona mascherata. Mi pare molto evidente che è altro che deformazione di “mago”; e tutto quadra sul piano semantico e fonetico. C’è un altro “màsciu” usato a Gallipoli per indicare il vassoio con i doni che si scambiavano i fidanzati (uso l’imperfetto perché credo che questa tradizione, come il “pumu” neretino, sia mora e sepolta da tempo) e a Mesagne nel senso di ciocca (anche di ciliege), entrambi deformazione di maggio con evidentissimi riferimenti temporali.
Mi appare improbabile (per non dire impossibile) che il nostro “macu” si ricolleghi a “muco” per i motivi che ora esporrò motivi. Se la sovrapponibilità semantica (molto parziale, per la verità) è ipotizzabile, bisogna ricordare che “muco” in dialetto fa “muccu”, che è dal latino “muccus”, variante attestata anche se meno frequente di “mucus”. A parte la scomparsa del raddoppiamento (che è in contrasto con le nostre abitudini espressive) non c’è spiegazione sul piano fonetico per il passaggio della “a” in “u”. Credo che sia più che sufficiente per affermare che nel nostro caso la teoria del rasoio di Occam non possa essere applicata, dal momento che la prima ipotesi, almeno a mio avviso, non regge, per quanto suggestiva. E poi, questa teoria di Occam, che pure è alla base del pensiero scientifico moderno, a me pare un pò ricordare, tutto sommato, l’ipse dixit (in questo caso l’ipse non sarebbe Aristotele ma colui che ha formulato l’ipotesi, al momento (e sottolineo al momento…) incontrovertibile. Ben vengano, perciò, ipotesi alternative, purché plausibili, anche perché quelle che non lo sono possono, comunque, far scattare nel ricercatore la scintila che da tanto tempo attendeva
Passo a “strulicàre” esaminando la nuova ipotesi formulata da Marcello, sulla quale ho da dire quanto segue. Extra+logos, tout court, è, sempre a mio avviso, debole non certo per incongruenza semantica ma,anzitutto, per una ragione di fondo: è estremamente improbabile che una voce dialettale possa essere “bastarda”, formata, cioé da una parola latina (extra) e da una greca (logos). Questo fenomeno, che non coinvolge però nello stesso tempo le due lingua classiche, è di formazione moderna (un solo esempio: “burocrazia”) e, d’altra parte, nonostante abbia spesso nei miei interventi sottolineato la creatività del dialetto, essa non si spinge a tali raffinatezze che suppongono un retroterra culturale (in senso filologico) di notevolissimo spessore. Ora il “logos” greco si ricollega al verbo, sempre greco, “lego” che significa (l’ordine non è casuale) raccogliere, scegliere, narrare. In latino esiste il verbo “lègere” con la trafila semantica di raccogliere, passare in rassegna, recitare, leggere. I rapporti tra il greco “lego” e il latino “legere” sono tanto stretti ed evidenti che non è il caso di soffermarsi. E per “logos”? Esso sopravvive nel verbo latino “loqui” che significa parlare e che in italiano compare solo in forme composte (eloquio, colloquio) figlie di analoghe forma latine. Dovremmo ipotizzare da “loqui” un volgare *loquàre>luquàre>licàre e, finalmente, con aggiunta di extra ed aferesi di “e”, stralicàre. In questo modo supereremmo le difficoltà della bastardaggine, ma rimarrebbe insormontabile la spiegazione del passaggio a>u. Un’ultima nota che è anche un’autoobiezione: “astrologare” comporterebbe un passaggio “o”>”i” che a prima vista potrebbe sembrare inusuale: sicuramente il Rohlfs nel proporre la sua etimologia ha tenuto conto della variante brindisina (attestata, però, solo in testi scritti) “strulucà” con i seguenti, regolarissimi, passaggi fonetici: astrologare>strulucare>strulicare.

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