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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Il grano del Salento leccese che fine ha fatto? di scrimieri Nuccia

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Perchè non si deve incentivare la nostra agricoltura? Perchè la farina materia prima della pasta salentina viene dall’altro capo del mondo? perchè io non devo sapere da dove proviene quello che mangio? Perchè tutti si devono arricchire anche a danno della nostra salute?


Commenti su L’anguilla nella cisterna di Cosimo Napoli

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Bel racconto… evidenzia tutta la sensibilità del bravissimo Alfredo.

Commenti su 1 gennaio 2012. Incipit di Pier Paolo Tarsi

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Buon inizio d’anno nuovo a tutti gli Spigolatori :)

Commenti su 1 gennaio 2012. Incipit di Redazione

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mi associo agli auguri dell’amico Pier Paolo, per tutti quelli che instancabilmente ci seguono, spigolando con noi nei campi della cultura del Salento. Che sia un anno come lo desideriamo!

Commenti su Mare di tramontana a Castro di Angelo Micello

Commenti su Mare di tramontana a Castro di Angelo Micello

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L’ho trovata:
https://plus.google.com/photos/105583090744903895951/albums/5547227506461983265/5692655882683159570
Vincenzo, o meglio Vicenzu, o ancora zi Calocchia, non si era sposato. Una grave malattia ai reni lo aveva colpito da molti anni, credo procurandogli quel colore della pelle che lo avresti detto indiano. E con gli anni, con quel colore della pelle, gli occhialini tondi e lo zucchetto in testa distinguere una sua foto da un poster di Ghandi era ormai impossibile. Dopo aver sofferto a lungo di questa insufficienza, morì per un’altra ragione. Da giovane, col suo viso regolare e con quegli occhi da Franco Nero o Alain Delon, avrà fatto sicuramente innamorare tutte le turiste salite sulla sua barca o ferme sulla banchina del porto accanto alle sue reti. Con la maturità si era avvicinato alla fede in modo fermissimo partecipando alla vita di chiesa in prima persona, portando la croce nelle processioni, servendo messa, sempre in silenzio e con discrezione, come appunto lo ricorda l’autore.

Commenti su Mare di tramontana a Castro di Elsa Carrisi

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Grazie Rocco Boccadamo, per questo interessante ed entusiasmante viaggio immaginario, almeno per me in questo momento. E’ stato come prendere il largo sulla barca di Vincenzo e respirare il profumo del mare! Buon anno!

Commenti su Per una storia del teatro a Lecce di Carmen Tarantino

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Grande docente e uomo di rara cultura. E maestro.
(Per la redazione, mi permetto di osservare: perchè l’immagine dell’anfiteatro associata ad un articolo incentrato sul teatro di Lecce? Buon anno)


Commenti su Olii di oliva difettati venduti come extravergini. La mafia dell’olio di Carlos d'Amore

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Abbiamo uno degli oli migliori del mondo e dobbiamo lasciarlo marcire sugli alberi per far guadagnare soldi a farabutti????
Class action imediatamente, a difendere l’orgoglio salentino!!!

Commenti su Libri/ Cesare Vergine: pagine del mio diario di Carlos d'Amore

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“un uomo di grandi PRINCIPI, nei quali CREDE, e per i quali LOTTA ed è pronto a SACRIFICARSI; un uomo COSCIENTE delle enormi sfide che si presentano in quei luoghi sconosciuti, e le AFFRONTA con serenità, nella certezza che i disagi non fiaccano né il fisico né il MORALE degli Ufficiali e della truppa che combattono VALOROSAMENTE in Africa in NOME dell’ ITALIA”
Stupende parole ma tanto rare oggi perché forse si vuole guardare solo al mediocre!
Bravissimo Causo!

Commenti su Spigola(u)tori di salvatore cito

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Bisogna tutelare sia gli alberi d’olivo sia l’estrazione dell’olio extra vergine, che deve avere piu’controlli, perchè è il vero oro esistente in queste, ahimè, martoriate terre salentine… stuprate da tante logiche, da inganni e sopraffazione.

Commenti su Libri/ Cesare Vergine: pagine del mio diario di Lucio

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Grazie infinite per questo commento. E’ proprio così… perciò da anni m’impegno sempre di più a scrivere libri stimolanti, specialmente per i giovani… ma non trovo gratificazione. Comunque sono contento per il lavoro fatto perchè il libro sta trovando particolare interesse.
Grazie ancora, Carlos d’Amore.

Commenti su Per una storia del teatro a Lecce di Per una storia del teatro a Lecce (seconda parte) « Spigolature Salentine

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[...] La mafia dell’olioLa prova più difficile per un rosticciere salentino? arrostire i turcinieddhiPer una storia del teatro a LecceUn gigante dell'enogastronomia viene in Pugliacalendario Mayalupi-mannariMare di tramontana a [...]

Commenti su L’anguilla nella cisterna di annysea

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sono persino emozionata dopo aver letto questa pagina..hai avuto acenti lirici per questa creatura d’acqua dolce e me l’hai riportata alla memoria…anche nella mia casa paterna avevamo un pozzo dal quale attingevamo l’acqua col secchio senza carrucola,,,ci mettevamo anche noi una anguilla che forse ignorantemente credevamo che depurasse l’acqua da eventuali vermetti che poptevano formarvisi a causa di eventuali impurità . Grazie per il bellissimo ricordo. Anna

Commenti su L’anguilla nella cisterna di annysea

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oops, scusa gli errori di battuta..


Commenti su Poesia/ Finis terrae di annysea

Commenti su Saveria e le sue trecce alla “scaunizzu” di nino pensabene

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Al di là della certezza matematica di essere vissuti un determinato numero di anni, il diventare anziani consente, fra l’altro, la soddisfazione di dire le cose con più franchezza, come chi non ha più nulla da perdere e può anche svelare – se non un segreto di Stato o dell’Area Vaticana – quelle piccole bugie diplomatiche che a mo’ di salvagente spesso costellano il percorso scritturale dei giovani giornalisti o, come in questo caso, rappresentano l’urgenza di una “scappatoia” narrativa.

Saveria non è mai esistita. Da brava cuoca e pasticcera, a fare le trecce alla “Scaunizzu” era la mia adorabile Giulietta, per cui la “scappatoia narrativa” fu determinata dalla necessità di creare un personaggio-paravento a cui affidare – senza scomodare Aristotele – una lezione sull’etica dell’amicizia. Far pervenire, insomma, a qualcuno degli amici a cui con gioia disinteressata facevamo assaggiare le trecce (e altri dolci!) un messaggio attraverso il quale comunicare – in modo elegante pur se caustico – che non eravamo le persone presso le quali poteva allignare l’amicizia dell’utile. Rimanendo nel casereccio, fu come usare – con molta estensione o invertendo i termini – il detto salentino “A tte fìgghia ti la ticu e ttu nora ti la siénti” (“Muovo il rimprovero a mia figlia affinché tu, nuora, lo senta e capisca che è stato rivolto a te”).

Perché Saveria e non Giovanna, Francesca o Maria? Per una questione affettiva e per la quale, ovviamente solo a scopo di curiosità, ne rendo noto il motivo. Mio nonno materno si chiamava Saverio, una sorella di mia madre si chiamava Saveria, un mio nipote si chiama Saverio, ed io stesso al fonte battesimale sono stato chiamato Antonio Saverio, due nomi con i quali credevo fossi stato registrato anche all’anagrafe, tant’è che sulla prima carta d’identità (fatta al momento di compiere il servizio militare) figuravano tutti e due. Ricordo quando ad un controllo d’ufficio vergarono su “Saverio” una linea di cancellatura lasciando soltanto Antonio.

Commenti su Che fare per raccogliere 90 chili l’ora di olive ogliarole leccesi e celline di Nardò? di Salvatore Calabrese

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Come per tutte le innovazioni tecnologiche che ci aiutano a risolvere in tempi rapidi molte nostre operazioni manuali, bisogna tener conto anche degli inconvenienti che possono provocare le macchine operatrici per la raccolta delle olive, le quali possono provocare traumi alla pianta dell’olivo.
Gli ABBACCHIATORI) sia elettrici, alimentati da una batteria elettrica, o pneumatici, alimentati da aria compressa, o meccanici rotativi, alimentati dalla forza motrice della presa di forza di un trattore) provocano danni abbastanza consistenti sui germogli della nuova vegetazione compromettendone spesso il futuro raccolto.
Gli scuotitori meccanici,( molto costosi perchè azionati idraulicamente da potenti trattori) imbracano il tronco e i rami dell’albero, creando delle forti vibrazioni che scuotono i rami facendo cadere le olive ma creando pure delle forti lesioni ai rami i quali, non essendo molto elastici e avendo fibre alquanto rigide, possono provocare lesioni ai rami che al primo venticello si spezzano con facilità.
Ci sono pure deglu scuotitori telescopici a motore i quali vengono sopportati dalle spalle degli operatori e poggiano l’altra estremità vibrante sui rami i quali sottoposti a vibrazioni provocano la caduta delle olive, Quest’ultimi sono abbastanza funzionanti, non creano danni alle piante ma….alle spalle dei poveri operatori i quali per l’intera giornata lavorativa devono sopportare il peso del motore e le sue vibrazioni

Commenti su Francesca Trane. Una biblioteca a Ruffano di paolo vincenti

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dunque, io sono l’autore del pezzo sul libro di Francesca Trane, quindi non sono Francesca Trane. sono, molto più modestamente Paolo Vincenti, come è scritto in alto a sinistra sotto il titolo del pezzo e la foto. inoltre la biblioteca che qui si recensisce è una biblioteca privata, non comunale o comunque pubblica. non so se i signori proprietari della collezione in oggetto sarebbero disposti ad accettare il suo gentile omaggio. ad ogni buon conto, io sarei più che lieto invece di riceverlo. dunque attendo sue.
grazie

Commenti su E i Re Magi continuano a portar doni… di vincenzo Ampolo

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