e’ una narrativa che apre gli occhi, di certo non la storia d’Italia che mi fu insegnata a scuola
Commenti su Eccidi e inganni dell’Unità d’Italia di contemonte
Commenti su Una cena piuttosto movimentata, ovvero “lu springitùru e la urràscina” di Marcello
“cuvernare” è utilizzato anche a Nardò, dove mi pare include anche la pulizia della stalla
Commenti su Lecce. La cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario di gianni ferraris
Per completezza di informazione mi permetto di inserire le parole di apertura del Presidente di Corte d’Appello Mario Buffa: “Al Presidente della Repubblica, in occasione di questa cerimonia, rivolgo un rispettoso saluto e il ringraziamento di cittadino ma anche di giudice, per averci allontanati dal precipizio verso il quale inconsciamente marciavamo, per averci tirato fuori dalla palude, per averci fatto svegliare da una sorta di incubo”“
Commenti su Una cena piuttosto movimentata, ovvero “lu springitùru e la urràscina” di armandop
Per Fabio: lo escluderei, anche perché non mi risulta che la borragine rientri tra le erbe predilette dagli animali da pascolo e tanto meno che venga raccolta come foraggio. Vedi (scusa l’autocitazione):
http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2010/12/05/ed-ecco-la-borragine/
Commenti su Rocco Serra emigrato salentino di annysea
CUORE d’EMIGRANTE
“Tu che lasciasti il sole
e le case imbiancate di calcina
e l’idioma avito
masticato sulle braccia materne;
tu che affrontasti oceani ignoti
e lingue ancora più oscure,
da schiacciare tra i denti
memori di dolcezze abbandonate.
Tu cuore d’emigrante
con la tua segreta pena
da impastare nel lievito dei giorni,
tu che cantavi i melanconici stornelli,
li sciuri sciuri e zagare lontane
ti visitano in sogno
col roseo colorito delle donne,
orfane dei tuoi baci,
sedotte e abbandonate,
senza coltivare la speranza
d’essere un giorno
di te madri ed amanti .
Tu che nel vago limbo di parole
sussurri il tuo lamento
cercando come alleggerire la pena
di questo esilio coatto
accolto come giudizio inappellabile,
al quale, tuo malgrado,
i polsi porgesti
come d’ agnello muto.
****
Commenti su Lecce. La cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario di Elsa Carrisi
Palude? Incubo? Il loro o il nostro?
Ottima la proposta dell’autore dell’articolo Rocco B. di far leggere agli studenti la relazione di questo “discorso celebrativo”. Speriamo di poterla leggere noi tutti.
Commenti su Saverio Lillo, un pittore e la sua storia di Alberto
Bell’articolo, proprio bello! E da borgagnese non posso che essere felice di scoprire finalmente la paternità della tela dell’Immacolata. Grazie del contributo!!!!
Commenti su A proposito di pindìnguli, zarangùli e scisciarìculi… di Marcello
E il post mi fa ricordare un indovinello-filastrocca che da piccoli ripetevamo:
Pindìnguli pindànguli pindìa
a mienzu ‘ll’anche di lu tata mia.
Io scia lla zzaccu
e eddha si ndi scìa.
(Pindìnguli pindànguli pendeva
tra le gambe di mio padre.
Tentavo di prenderla
ma quella scappava).
Era uno degli indovinelli equivoci del nostro popolo. La soluzione? certamente la conoscerete…
Commenti su Hansel e Gretel sperduti nel Salento di Giorgio Cretì
Brava Raffaella.
Sta fiata t’a’ propiu ‘murtalata. Hai creato un mondo in balìa dei propri errori e con il rischio di vedersi ridotto alla fame, come i due fratellini di Grimm che vengono sbarcati nei pressi di un bosco disabitato. Sono intelligenti, però, e riescono a scoprire il modo di cibarsi e tornare a casa riccchi: dopo aver distrutto il male.
La morale della trasposizione fiabesca ci insegna che la scarsità di cibo porta con sé lo spettro medievale della fame e l’impossibilità di fermare la distruzione dei valori antichi. Ma la narrazione a tratti virgiliana ci allieta lo spirito anche se ci dà allo stesso tempo l’imperativa consapevolezza che dobbiamo sbrigarcela da soli, come fecero i fratellini della fiaba.
Su quei tratturi delle Serre bisognerebbe veramente, al posto dei segnaali stradali, affiggere un cartello a caratteri cubitali che inviti tutti alla SVEGLIA.
Ciiao anche a Marcello.
Commenti su A proposito di pindìnguli, zarangùli e scisciarìculi… di armandop
Chiedo scusa per lo stillicidio, ma la filastrocca di Marcello contiene un riferimento, forse casuale, che mi invita, comunque, ad altre considerazioni:
In Biblioteca de escritores aragoneses, Impr. del Hospicio Provincial, Zarazoga, 1908, v. 7, pag. 333
leggo: “zaranga, fritada”.
In Davis A. Pharies, The origin and development of the Ibero-Romance -nc-/-ng- suffixes, Nemeyer, Tubingen, 1990, pag. 66
leggo:”ZARANGA Arag. n. f. fritada parecida al pesto” e subito dopo “ZARANGALLO Arag. n. m. pene (Buesa Oliver 1963:26), CHARANGA2 Extr. n. f. morcilla [blood sausage] hecha con verduras (Viudas 54), Aragon. fritada de verduras (Andolz 430), And (mar.) perqueño almacén en que se prepara el pescado (1335)”.
Al di là del range semantico che mette insieme la frittata somigliante al pesto, il pene (e qui non posso fare a meno di riprendere il “Nu n’aggiu ssaggiatu mancu zarangu”, che vale “Non ho mangiato neanche niente”, cioé, come ormai si dice, “un cazzo”), la morcilla (sanguinaccio), se si riuscisse a dimostrare che zarangollo è derivato di zaranga (l’ipotesi sembra credibile sotto il profilo fonetico e quello semantico, tenendo nel dovuto conto la varietà di preparazione, a seconda del territorio, di un piatto avente più o meno lo stesso nome) potremmo pensare che zaràngu sia di origine aragonese e l’ipotesi, questa volta, sarebbe credibile anche sotto il profilo storico.
Commenti su A proposito di pindìnguli, zarangùli e scisciarìculi… di armandop
…al di là della soluzione dell’indovinello che, per chi non la conoscesse, è: la corona del rosario (anche se trovo più logico che quest’ultima venisse trovata tra le gambe della madre).
Commenti su Il presepio degli spigolatori.3 di antonia coletta
Grande!!!!! Anche il nostro parente micio trapiantato in Romagna come te fratello, lo “sappiamo” che le sue origini sono salentine, e i veri salentini fanno scena! Veramente originale la sua presenza nel tuo presepe!!!
Commenti su L’arte di intrecciare il giunco ad Acquarica del Capo, patria delle sporte di antonia coletta
Ciao fratello mancava il mio commento! E….del particolare odore che la lavorazione de lu paleddu emanava ve lo ricordate? e quello dello zolfo che bruciava in un capiente contenitore dove le mamma sistemava i suoi prodotti per renderli più chiari? Altri tempi si! Colgo l’occasione per rispondere al commento di Anna Maria a proposito del corso sulla lavorazione del giunco, si farà prossimamente, credo siano aperte già le iscrizioni per chi è interessato, presso il nostro castello di fronte alla chiesa di S.Carlo!……..per non dimenticare e per tramandare questa bellissima e antica arte salentina! ciao fratellone!!!!!!
Commenti su Hansel e Gretel sperduti nel Salento di Raffaella Verdesca
Il leggerti, sia che si tratti di un racconto, sia che si tratti di un commento, mi fa sorridere, mi mette allegria.
Penso che tutto dipenda un po’ dalla curiosità di sapere cosa scriverai, un po’ dalla certezza d’imparare verità a sorpresa. E lasciatelo dire, caro Giorgio, tu sei uno dei pochi che non delude mai.
I miei genitori sono insegnanti e mi hanno fatto scoprire che un concetto, un qualsiasi messaggio da trasmettere non ha una sola strada per arrivare a chi ascolta, ma infinite. E’ il topo che arriva al formaggio, la gatta al lardo, la volpe all’uva(perchè tanto, alla fine, ci arriva!): bisogna usare la testa, sempre che ‘il fine giustifichi i mezzi’.
Hansel e Gretel lo fecero nelle pagine che li celebrarono, ognuno di noi ha il dovere di farlo nei confronti dei propri simili distratti, indifferenti, a volte ignoranti dinanzi agli scempi che finiscono per sottoscrivere senza neanche saperlo. La legge vigliacca del ‘Silenzio assenso’ o il paradosso del ‘Io do una caramella a te e tu dai la tua vita a me’.
I due fratellini creati da Grimm rischiarono in prima persona non solo per sfuggire alla morte e distruggere il male celato dietro a pareti di marzapane e giardini di zucchero filato-alias guadagni, speculazioni ed esistenze patinate-(e qui la piccola Gretel, da tenera e indifesa, si trasforma in una tigre coraggiosa e spinge la strega nel forno allestito per arrostire il povero Hansel), ma anche per far capire ai propri genitori l’errore madornale in cui erano incappati.
E’ vero, Giorgio caro, dobbiamo sbrigarcela da soli, ma…l’unione fa la forza!
Un caloroso abbraccio e un sentito ringraziamento,
tua Raffaella
(P.s. Hansel ricambia con affetto il tuo saluto!)
Commenti su Hansel e Gretel sperduti nel Salento di Raffaella Verdesca
…come un racconto, tu esprimi approvazione scrivendo un’altra piccola intensa storia.
A questo punto, dopo i ringraziamenti d’obbligo, mi vedo costretta(in lingua italiana si dice così, ma in realtà c’è molto di piacevole slancio e niente di costrizione!) a fare un breve commento al tuo commento: EMOZIONE. La raccomandazione del tuo caro papà mi ha fatto commuovere senza preavviso perchè è insieme valore e finalità di vita, in poche parole è il senso di tutta la storia di ‘Hansel e Gretel sperduti nel Salento’. Se proprio la devo dire tutta, quest’ultima è cronaca, provocazione, monito, il tuo commento è invece sentimento e poesia.
Sei un grande autore, amico mio, oltre che un eroe romantico di quelli che ormai si leggono quasi esclusivamente sui libri.
Un carissimo e autentico abbraccio,
Raffaella
Commenti su Verso Finibusterrae su antichi tratturi, tra paesaggi di pietra e ulivi secolari di Elsa Carrisi
Speriamo bene per la conservazione del nostro territorio e male per chi vuole toglierci questo incantevole paesaggio. Intanto grazie all’autore Marco Cavalera per questo prezioso spaccato di storia e di bella natura.
Commenti su Saverio Lillo, un pittore e la sua storia di stefanotanisi
Ciao Alberto, anche il tuo articolo sul dipinto dell’Immacolata di Borgagne è interessante! Anzi invito a leggerlo: https://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/12/08/borgagne-lecce-laltare-dellimmacolata-nella-chiesa-matrice/
Se la popolazione borganese è interessata, potremmo organizzare una serata dedicata al dipinto!
Commenti su Lo Tsunami che nel 1743 colpì il Salento di enzo ligori
quando si verificò lo tsunami mandai al quotidiano di lecce che non pubblicò un mio contributo tratto dal verso di copertina di un registro notarile del 1743, ora non ricordo più ma posso riverificare, in cui si descriveva lo tsunami che proveniva dal marocco e aveva sollevato un’onda tanto alta che era giunta al santuario di s.maria di leuca.
mi dispiace non avere più quel pezzo, ma non dovrebbe esser difficile ritrovare la fonte negli archivi notarili.
Commenti su Le castagne secche, pastiddhre per i Salentini di cessione del quinto
Curiosa questa ricetta, sono amante delle castagne ma devo dire che le ho sempre mangiate in modo molto semplice: crude, bollite o a rosto. Questa ricetta mi sembra interessante e non troppo difficile, per cui proverò a farla a casa. Grazie per la segnalazione e complimenti per il blog, le immagini con gli ulivi del primo post sono stupende.
Sara M
Commenti su Rustici, vigorosi e generosi. Gli ulivi di Silvana Bissoli di armandop
Ancora una conferma, almeno per me, che potrà salvarci solo la bellezza, intesa come condivisione interpretativa non di canoni stereotipi che trovano la loro espressione (sempre nativa?) nelle veline e affini (alle quali, nonostante i miei anni, ancora sono sensibile e reattivo…) ma, nella fattispecie, di quelle tracce che travalicano i consueti, per certi versi triti, modelli in tanti nostri ulivi (poco mi importa se passo per pervertito…), la cui bellezza è, come si suol dire, cosa di altro pianeta: e fra poco, purtroppo, rischierà di esserlo anche in senso letterale. Grazie all’artista Silvana per aver contribuito, lei non salentina, a ritardare, forse, questo triste momento.