Quantcast
Channel: Commenti per Spigolature Salentine
Viewing all 3124 articles
Browse latest View live

Commenti su Un emblematico caso di pessima gestione delle risorse di un comprensorio del Capo di Leuca di Giacomo Cazzato


Commenti su Tanti coloro che tagliano, pochi quelli che potano di ElsaC.

$
0
0

Sostengo volentieri questa passione di Carlo Pisanello svolta con competenza e amore per mantenere la bellezza e la produttività delle bellissime piante della nostra terra.

Commenti su “Uen gudd gudd…” di Pier Paolo Tarsi

$
0
0

Da morire dal ridere, bellissimo!!! :)

Commenti su “Uen gudd gudd…” di Massimo Negro

$
0
0

Bravissimo Salvo! Tra l’altro ho avuto il grandissimo piacere di ascoltare questa storia raccontata da lui. Da sbellicarsi dalle risate

Commenti su CASA MIA / CANZONE PER LA TERRA NATIA di Raffaella

$
0
0

Bei ricordi di amicizia, musica e sere d’estate. La casa è sacra come ogni nota e verso che le si dedica. Alfredo e Giuseppe, due rami dello stesso ceppo, hanno aspettato ogni estate per rivedersi, a volte hanno cantato in piazza, altre provato accordi e musiche alla chitarra in via Padova, davanti all’uscio di Giuseppe. Mix di stelle, entusiasmo e melodia di corde.
Ma arriva sempre il momento in cui un uomo strappato alla sua terra sente il bisogno irresistibile di lasciare un segno del suo passaggio, della sua nostalgia, del suo amore di sposo prigioniero in luoghi dove il suo sentimento non è lo stesso, come non sono gli stessi il cielo, i profumi, il vento del mare. Giuseppe allora manda da Parigi a Collemeto la musica e Alfredo ne scrive il testo. Le scarpe dell’emigrante che rimangono sulla soglia di casa sono il pegno che quell’uomo lascia alla sua terra accettando il dolore di sassi pungenti in lande sconosciute nell’attesa trionfante di calcare la via del ritorno. Sogno perenne di ogni esule in terra straniera.
Il mio pensiero va alla felice conclusione dell’avventura di Giuseppe e Alfredo, oggi ricongiunti nel medesimo posto, se pur lontano dall’amato Salento. Dove ci sono gli affetti, c’è un pezzo di casa, si sa.
Il mio pensiero va anche a tutti quegli uomini e donne di buona volontà che nel lungo viaggio alla conquista di una vita migliore, mai più fecero ritorno nella loro terra: piedi condannati a rimanere nudi tra i cocci di cuori a metà e sogni infranti.

Commenti su “Uen gudd gudd…” di Raffaella

$
0
0

Salento batte Mondo 10 a 0! Questo sì che è saper far ridere, e di gusto! Mi è capitato più di una volta di assistere all’ “uso improprio di gergo dialettale stretto in terra straniera” al fine di riscaldare o colorare atmosfere fredde e scialbe, se non addirittura di creare disorientamento e panico negli indigeni, ma la band salentina in Norvegia le riassume tutte con un indiscutibile pizzico di classe. C’è poco da fare, il salentino ha teatralità imbattibile, spirito innato, non sempre ortodosso, ahimè, ma perdoniamo le debolezze dei figli dei fiori ti Cupirtinu(tra l’altro mio paese d’origine) dinanzi a cotanta abbondanza di fiordi non solo norvegesi ma soprattutto entusiasti e disponibili. Si sa, il maschio latino è rude, perennemente ‘abbronzato’, simpatico fino all’esagerazione, spesso un po’ pedante(lo dico da donna, se pur mora e salentina!)e ‘parassitario’, ma vuoi mettere l’originalità? Il problema è quando uno di questi nostri eroi del sud ne incontra un altro mimetizzato e difficilmente riconoscibile! Pene e delizie della ‘parola’. Fratellanza a presa rapida appena riconosciuta la minima sonorità familiare. Tra una risata e l’altra, Salvatore ci ha divertito ed emozionato rendendoci l’onore di appartenenza a una terra e a una patria. Grazie.

Commenti su CASA MIA / CANZONE PER LA TERRA NATIA di Alfredo Romano

$
0
0

Quando leggo i commenti di Raffaella resto sempre di stucco. Se legge un racconto o dei versi, lei, con le formidabili armi del suo stile, aggiunge racconto a racconto, poesia a poesia. Raffaella non fa critica letteraria, ma s’infila nelle pieghe dei paragrafi o dei versi e riscrive, rielabora, fa riemergere il non detto, le pieghe oscure, gli anfratti… Ah, cantami, o Musa!

Commenti su Carnevali magliesi di fine Ottocento: tonnellate di confetti sulla fame dei poveri. di Francesco Cazzato

$
0
0

wooow bellissimo. chissà che meraviglia dovevano essere quei carri!!


Commenti su In lotta per il Salento: contro speculazione e “falso-green” di Elsa Carrisi

$
0
0

Io ce l’ho fatta a leggere fino in fondo questa appassionante documentazione-denuncia che lascia a tutti noi e alla terra salentina la speranza per un ri-sanamento rapido ed un utilizzo etico-naturalistico delle nostre risorse e del nostro territorio.
“Dove si devasta il paesaggio, lì c’è mafia!”, “non nel mio giardino”….
Grazie, Oreste Caroppo.

Commenti su In lotta per il Salento: contro speculazione e “falso-green” di Carlos d'Amore

$
0
0

Oggi si fa troppo presto a gridare all’ecologia e si inganna molto facilmente le persone col green!!!
Anch’io grido: non nel mio Salento!!!

Commenti su “Uen gudd gudd…” di Carlos d'Amore

$
0
0

E ci sono Salentini anche nel Pantanal del Mato Grosso del Sud in Brasile e ironia non ci manca mica!!!
Bravissimo Salvatore!!!

Commenti su CASA MIA / CANZONE PER LA TERRA NATIA di Carlos d'Amore

$
0
0

E si, Raffaella, la vita può anche essere migliore qui ma il cuore è rimasto li!!!

Commenti su Lettera a mio cugino residente a Taviano di chiara tenuzzo

$
0
0

Ho incrociato quest’uomo in una casa di cura per anziani e malati psichici (quale connessione?). Mi aveva colpito la sua colta follia.
Non so come mia sorella (Emanuela Tenuzzo) ha trovato questa lettera. L’ho letta e ho pianto, ho pianto tanto.
La sua storia, raccontata con una delicatezza ed un rigore davvero toccanti, parla di lui, Sergio, dei due cugini, Sergio ed Ezio Sanapo ma anche delle mie origini meridionali, del mio paese, Taviano. Quella storia parla di me.
Dovrò regolare i conti, prima o poi, con Taviano, nel bene e nel male.

Grazie davvero, Ezio, per la sua storia.

Commenti su Lettera a mio cugino residente a Taviano di Emanuela Tenuzzo

$
0
0

Sembra un film, un romanzo questa lettera che parla della storia di “Sergio” e della vita vera con le speranze, i desideri, le illusioni e le disillusioni di due cugini emigranti. Sergio l’ho conosciuto per caso nel 2003 quando frequentavo una casa di cura per anziani in cui era ricoverata una mia prozia. Aveva attirato la mia attenzione con le sue citazioni dotte e quindi aveva suscitato la mia curiosità sulla sua storia personale della quale, però, non avevo il coraggio di chiedere informazioni. Ringrazio Ezio per aver ricostruito la storia di Sergio permettendogli così di essere riconosciuto per il suo essere Persona e non solo una persona con problemi psichici.
La ricostruzione, poi, delle vostre vite vissute con passione, orgoglio e coerenza, i continui balletti tra il desiderio di tornare e la disillusione di una realtà meridionale sempre uguale ed immobile, con i suoi privilegi e le sue ingiustizie è magnifica, realistica, cruda e poetica al tempo stesso.
Grazie Ezio e grazie “Sergio”, mi avete commossa.

Commenti su La baia jonica della rinascita – Santa Maria al Bagno: la quiete dopo la tempesta di Dario

$
0
0

Sono venuto una volta in vacanza lì ed ho visto una bella villa abbandonata proprio vicino al centro, frigino mi pare si chiami, qualcuno mi sa dire se è ancora in vendita o qualcosa sul suo passato?
Grazie


Commenti su La baia jonica della rinascita – Santa Maria al Bagno: la quiete dopo la tempesta di Pier Paolo Tarsi

$
0
0

Mi dicono che forse è ancora in vendita, se vuole ci informiamo con più precisione.
Saluti

Commenti su Un busto di San Gregorio Armeno tra i tesori della cattedrale di Nardò di Francesco Cazzato

Commenti su Lettera a mio cugino residente a Taviano di Raffaella

$
0
0

Leggo questa lettera e mi sembra il sunto di due vite in una sola. Chi ha vissuto il ’68 a casa mia conferma ogni umore, ogni speranza e delusione qui descritta. Gli ideali sono i fertilizzanti della mente, la fanno esplodere in avanguardie coraggiose e resistenze eroiche. Con quest’ultima definizione ‘da trincea’, mi riferisco naturalmente a tutti coloro che, come i nostri protagonisti, hanno subito la dolorosa mortificazione di vedere ogni loro sforzo e fede sprofondare nell’immobilismo sociale, soprattutto nel Sud Italia, e dileguarsi nella restaurazione di vecchi principi saprofiti che prevedono il forte sovrastare il debole e il comodo polverizzare l’utile. In questa chiave di lettura, questo documento epistolare ci parrebbe una coinvolgente testimonianza dell’evoluzione politica e sociale, meridionale e nazionale, attraverso due generazioni sperimentate da Ezio e Sergio, usciti malconci, e la proiezione verso una terza generazione, promettente e carica di speranza. Il tutto finirebbe qui, dicevamo, se non ci fosse il dramma umano di chi, in quella battaglia, ci ha rimesso la pelle. No, signori miei, morire non è sempre finire sotto metri di terra in camposanto, ma è a volte perdere l’anima, la mente, la speranza. Sergio, alla ricerca delle sue origini per contrastare la vertigine dell’ingiustizia presente, le trova seppellite da coltri di ricordi terrificanti. L’orfanotrofio diventa, in piccolo, la ricostruzione della politica sociale di ogni tempo: i più deboli propaganda, i più forti e belli, predatori e prede. E’ al momento degli abusi dei padri educatori che la mente di Sergio subisce i primi assalti mortali trasmettendoli di rimando anche alla vita del cugino Ezio, ignaro. Quest’ultimo, infatti, dopo anni di attese, di lotte e ancora di attese, si ritroverà solo, costretto a non poter più camminare fianco a fianco col suo amato compagno di viaggio, ma a scrivergli lettere in un istituto per disabili mentali. Ezio e Sergio accomunati da una sconfitta, dalla solitudine, dall’amarezza, uno ancora in campo, l’altro a difendersi con la resa. La testimonianza delle sorelle Chiara ed Emanuela Tenuzzo, accorte e gentili scopritrici della realtà di Sergio, eccentrica per cultura, drammatica per sorte, conferisce a questa pubblicazione ancor più passione e voglia di condivisione. Se solo quel padre educatore avesse impostato la sua miserabile vita sul versetto del Vangelo più illuminante per lui, forse non avrebbe avuto molte scusanti per evitarsi la retta via:
“Ma se uno sarà di sacandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare.” (Matteo 18, 6)

Commenti su La libertà vista da Gianni di Raffaella

$
0
0

Credo proprio che il concetto di Libertà espresso da Ferraris sia la sintesi colorata e pertinente del modo d’intendere la libertà che tutti noi abbiamo ammucchiato da qualche parte nella mente. In poche parole, leggere quest’articolo è come ricevere la “Treccani Alternativa della Libertà” al completo invece che andare a caccia dei soliti ed estenuanti fascicoli settimanali in edicola(e ci siamo pure risparmiati il modellino della Statua della Libertà alla prima uscita!). In questi righi Gianni non ha lasciato fuori quasi niente tra esempi, informazioni e citazioni illustri, così come ci ha messo dentro quasi tutto, compresi ironia, flash di spirito colto e il suo immancabile tratto di libertina insofferenza agli schemi e alla monotonia dell’apparire! Non saprei rispondere al dubbio di Einstein sulla scelta o meno avuta da Dio nel creare il mondo, ma so di certo che Kierkegaard ti riconoscerebbe persona in cui la libertà di pensiero rimanda per forza alla libertà di parola!

Commenti su Anna Cinzia Villani, tra le voci femminili più rappresentative del Salento. di Raffaella

$
0
0

Donna e Salento, connubio a me molto caro, cosa che prevedo diverrà tale anche per voi tra poco. E’ una sorpresa.
Ed una sorpresa è anche la figura di Cinzia Villani, la medium musicale delle nostre origini salentine. Cinzia non ha semplicemente dato libero sfogo alle sue straordinarie doti canore, le stesse per cui oggi è acclamata sui palchi di mezza Italia, ma ha anche studiato e interiorizzato tempi che non le appartengono, tempi che fanno però parte della sua storia così come della nostra. Ed ecco che la sua voce diventa ‘antica’ e disdegna arrangiamenti musicali artefatti sfociando invece nella spontaneità della vocalità tradizionale fatta di pause, ritmo e singhiozzi.
Il popolo salentino è semplice e semplici sono tutte le sue manifestazioni di vita, comprese le feste di famiglia e di paese animate da musiche, canti e balli di ‘Pizzica’. Se il far rinascere e restituire onore alle tradizioni di un popolo è un’arte, Cinzia Villani è un’artista vera; se raccontare in melodia la donna nella cultura popolare e nelle sue ricchezze e contraddizioni è letteratura musicale, Cinzia è veramente una grande scrittrice, la nostra “Fimmana, mare e focu”.

Viewing all 3124 articles
Browse latest View live




Latest Images