Acume contadino in un ritratto tenero, realistico, commovente. Grigoriu si era attrezzato bene per far fronte alla vita quotidiana: niente progetti per il futuro, legame forzoso e amoroso con la ‘sciurnata’, un mondo di paese sempre parallelo a un mondo tutto suo, generoso e dissacratore. Irriverente cavaliere senza onori nè destriero, autentico combattente, indifferrente davanti a un bottino fatto di sudore o di espedienti. Compagna solerte e fedele di viaggio per Grigoriu è la Fatìa, perchè non solo non la disdegna nonostante il suo aspetto umido e arcigno, ma addirittura le corre incontro perfino dietro le sbarre perchè, per arrivare al pane, testa o braccia devono pur sempre lavorare. Come non amare un uomo simile? Come non accorrere al suo funerale povero di parate e ricco di sentimenti? Ancora una volta Grigoriu l’ha fatta a tutti: lasciandosi travolgere dall’imboscata della nebbia e del pulman, è riuscito ad avere una pagnotta assicurata nella mente e nel cuore di chi l’ha conosciuto.
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