Gli occhi inorridiscono consigliati dalla mente, scrigno prezioso dei ricordi. Attraverso lo sguardo diventiamo albero, filo d’erba, terra rossa di segreti e di passi che calcano le radici dei nostri ulivi. Straripa l’amore in un’occhiata, da quella si riversa in ogni vaso del tronco il soffio magico di mille e cento soli, di ventimila giornate passate al fresco di un’anima salva, di un milione di sorrisi per una promessa mantenuta e di diecimila lacrime per un dolore bugiardo e ingiusto.Un uomo non sopravvive a un tradimento, un tradimento non fa vivere un ulivo. Libertà condizionata in terre di altri colori, linfe contaminate da altri umori…Le gloriose tribù di posti sconfinati e lontani adoravano i vecchi alberi, totem divini di una saggezza al di sopra della scrittura, della legge degli uomini, della miseria degli istinti. Fredda scende la lama nel cuore di chi vede l’ulivo testimone di collane di vita, circondato da prati inglesi e vegetazione straniera, punto dalle arie gelide e incolori del macabro senso del bello a discapito del sacro rispetto del vivo.
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