Di quest’uso ne abbiamo discusso più volte con la Giulietta, e lei mi spiegava che il simbolico quanto rapido bagno nel bacile colmo di vino risaliva a tempi antichissimi e che man mano che la civiltà contadina andava perdendo della sua centralità tradizionale, cioè fine Ottocento, primi Novecento, l’uso era stato sintetizzato nel “quarto di vino vecchio che, alla nascita di un figlio maschio, il padre contadino versava, come abbrivo alla fortuna, sui genitali”.
L’ho scritto tra virgolette perché, grosso modo, è quanto è stato riportato in altri nostri lavori, per esempio in “BALLATA PER ‘NGICCU, CONTADINO COPERTINESE D’ALTRI TEMPI” (formata da dieci componimenti poetici: La nascita, L’infanzia, L’iniziazione al lavoro, Il fidanzamento, Il matrimonio, La paternità, La figliolanza, La fatica, La regalità della terra, La vecchiaia, La morte).
LA NASCITA
Perpetuazione di lacrima ancestrale
la tua venuta al mondo,
mediata dal suono delle tocche [1]
che invita le donne del paese
a chiedere grazia
per la partoriente in pericolo di vita.
Unico vaticinio di dolcezza
l’irrompere di un’ape
in sincronia col primo tuo vagito
e tradizionale abbrivo alla fortuna
il quarto di vino vecchio
che tuo padre versa
per ritualmente lavarti i genitali.
Scampata alla morte
tua madre sorride compiaciuta
all’incrociarsi affettuoso delle voci
che ti salutano “Fìgghiu ti la razzia” [2]
elevandoti a “Natu cu lla camìsa”, [2a]
ma sa che oltre
il protetto dondolio della naca [3]
t’aspetta il giro vorticoso di una ruota
che mette in bilico
l’equilibrio dei sogni.
[1]
dei tocchi della campana *
* A Copertino venivano suonati 11 tocchi con la campana vecchia, chiamata “Campana ti Sant’Anna”, appunto perché la santa, avendo concepito e partorito in tarda età, era con Santa Elisabetta comprotettrice delle donne incinte e quindi delle partorienti.
Questi tocchi scuotevano molto la sensibilità delle donne, che vivendo come sulla propria pelle la difficoltà dell’evento, si davano a pregare insistentemente.
[2]
“Figlio della grazia” *
[2a]
“Nato con la camicia”*
* Le due espressioni, “Figlio della grazia” e “Nato con la camicia”, sono dovute all’irrompere dell’ape (simbolo di fortuna) in sincronia col primo vagito.
[3]
culla