Quando leggo i commenti di Raffaella resto sempre di stucco. Se legge un racconto o dei versi, lei, con le formidabili armi del suo stile, aggiunge racconto a racconto, poesia a poesia. Raffaella non fa critica letteraria, ma s’infila nelle pieghe dei paragrafi o dei versi e riscrive, rielabora, fa riemergere il non detto, le pieghe oscure, gli anfratti… Ah, cantami, o Musa!
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