Quanta naturalezza in questi righi di recensione! Dante sapeva di dover concorrere eppure non fece altro che essere se stesso: un colto maneggiatore della penna, un appassionato lettore di libri, uno spiritoso osservatore della vita e un interlocutore tanto intelligente da riuscire a introdursi nel giudizio vincente della giuria grazie alla sua raffinata semplicità. Alfredo doveva proprio essere per lui un monumento da venerare e un piacevole filtro attraverso cui vedere la vita a colori.
E’ davvero strano pensare che un uomo simile abbia privato il mistero dell’esistenza umana del suo straordinario contributo.
Meno male che a noi e a chi lo ha amato sono rimasti i suoi scritti da ripassare ogni volta che ci attraversa il dubbio sull’esistenza dell’anima!
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