Essendo residente fuori, torno durante tutto l’anno in Salento un po’ da figliol prodigo, un po’ da turista. In realtà è tanto bello il paesaggio, che anche chi ci vive 365 giorni all’anno si sente turista a vita. Bene, mettiamo il caso che tra insulsi ampliamenti stradali e dissacratori campi fotovoltaici, per non parlare poi del vorticare delle ‘pale’ eoliche nei punti meno opportuni, noi ci sentissimo espropriati della nostra identità e delle nostre radici al pari di paesaggio e ulivi, dove sarebbe il confine del danno? Forse lo segnerebbe l’Anas con i suoi picchetti rossi? Il punto è che, insieme ad ogni cm della nostra terra, è in pericolo ogni centimetro della nostra vita. In questi ultimi mesi, caro Giovanni, non c’è stato giorno in cui su queste pagine non si sia alzato il vento forte di protesta contro quest’incoscienza degna di Giuda e di Pilato, e ti parlo della petizione di Marcello, delle denunce di Marco Cavalera, Oreste, Elio Ria, Pino De Luca, Paolo Vincenti e la lista continuerebbe ancora per molto. Protestano anche quelli che parlano semplicemente delle bellezze naturali del Salento, delle antiche ricette contadine, dei percorsi naturalistici in bicicletta, della sacralità dell’archeologia e dell’arte del nostro paese perchè, nel descrivere, decantare e cantare, questi figli di Puglia danno un monito forte a tutti noi: Difendere ciò che si Ama, Amare ciò che Non Si Vuole Perdere. Hai ragione tu, Giovanni, non siamo in un Paese serio! Tre sono i tipi di bocche aperte nel nostro panorama sociale: quelle dei politici per mangiare il nostro midollo e sputare fradice bugie, quelle della coscienza civile e patriottica per protestare, chiedere, suggerire, pregare e imprecare, ed infine quelle degli ignavi che guardano tutto senza fare niente, bocche così fisse da non lasciare passare un filo d’aria nè in entrata nè in uscita. Morti o destinati a morire o responsabili della morte di migliaia di tronchi e di speranze.
Se di bocche aperte ce ne sia poi anche un quarto tipo, questo non mi è dato saperlo.
Le mie auto sono potenti, ma il mio piede è sensibile a tutto ciò che vedono i miei occhi, perciò quattro corsie per sfrecciare verso l’ombrellone non sono plausibili. Il mio tempo è prezioso, ma i minuti scanditi di bellezza e di riposo nell’assaporare il tuffo tra macchia mediterranea e specchio jonico non potrebbero mai accettare una spinta dal catrame.
E’ come voler essere già grandi prima ancora di essere concepiti, ossia una farneticante pratica contronatura. Ma come avvalorarla? Prendendo per esempio in ostaggio una manciata di operai dell’Anas e tenendoli in sospeso per affamarli; divulgando slogan di quasi avvenuto miracolo al grido “Turismo fai da me!” o magari “Provincia e Regione sono la CHIAVE del tuo sviluppo!” Sì, lo sviluppo del travaso di bile e del turismo preso alla gola!
Adottiamo i 6000 alberi d’ulivo condannati a morte,…ma poi il reimpianto è a spese nostre? Cementifichiamo prati e scogliere,…ma poi, dovendoci stendere per scampagnate e bagni di sole, la parcella del reumatologo è a carico della Provincia? Costruiamo inutili e sanguinari mostri d’asfalto, …ma poi per sfruttarli a pieno dobbiamo metterci tutti là a fare l’autostop?
Domande difficili con ancor più ardue risposte. Meno male che ci sono 55 milioni di euro in palio da noi stessi per questo macabro gioco a quiz,…MA SOLO PER GLI ORGANIZZATORI DELLA BEFFA!!
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Commenti su Proprio così! 6500 ulivi saranno sradicati per i lavori di ampliamento della Statale 16 nel tratto Maglie-Otranto di raffaellaverdesca
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