un paio di precisazioni, visto che mi occupo del settore e di Presicce stesso:
l’avvenimento riportato in finale d’articolo risale al 1655 e non al 1605;
il nipote di Giacomo Arditi fu l’architetto Carlo Luigi e non Carlo Michele;
i frantoi di Presicce sono sì 23, ma è un numero che meriterebbe qualche studio in più, dato che secondo fonti catastali, alcuni sono andati persi e altri probabilmente non sono mai stati ritrovati; ma secondo l’Archivio di Stato di Lecce, il numero è cresciuto nel tempo da fine ’600 a inizio ’800, mentre i dati che voi riportate sono purtroppo quelli forniti un cinquantennio fa dal Sigliuzzo, utili a loro modo, ma ormai sorpassati, viste le ultime ricerche.
Un buon articolo nel complesso!