“Tanto va la gatta al lardo…”! Ed è toccato anche al nostro Ippaziantonio, eroe di un sequel che ci ha tenuto col fiato sospeso per mesi su Spigolature Salentine.
Come succede spesso nel caso dei tombeur de femme, arriva un bel giorno in cui, chissà perchè, chissà per come, l’irriducibile reo giunge all’altare. In tutto questo tempo Ippaziantonio ci ha fatto sorridere, mai indignare, proprio per quella sua naturale tendenza al tradimento e all’innamoramento facile, tipica dell’eterno adolescente. Grazie a lui siamo entrati nelle case di contadini, paesani e parenti, abbiamo assistito a feste di paese e percorso in bicicletta stradine tormentate da breccio e buche. Campagna e mare, piazze e dichiarazioni d’amore. Giorgio Cretì si svela un grande incantatore di pubblico perchè laddove la sua chiarezza stilistica e il suo parlare colto, chiaro e folcloristico sono riusciti a tenerci attaccati al racconto, lì le pagine si son trasformate in richiami irresistibili alla mente, piccoli capolavori di un Creato tutto umano.
Nunziatina, la prescelta da Dio e da Giorgio, ha compiuto il miracolo incarnando LA fidazata per eccellenza e istradando l’impenitente protagonista verso il matrimonio. No, signori miei, questa ragazza non ha usato discorsi nè rimostranze ufficiali tanto care al genere femminile, ma semplicemente astuzia, istinto contro istinto, sopravivvenza su sopravvivenza. Sarebbe il caso di coniare allora un nuovo detto accanto al ben più classico ‘Bastone e carota’: ‘Azione e parata’.
Quale quadretto più delizioso, a questo punto della storia, di quello tracciato dall’autore nel giorno delle nozze? Banchetto semplice di pane fresco, lupini, fave e finocchi, suoni di mandolino, balli e canti.
Ma qui, ‘Passato il santo…’ non finisce la festa e la giovane vita coniugale è simpaticamente retta da Nunziatina che non smentisce la sua natura di saggia matrona salentina, e bizzarramente colorata dal nostro eroe che non smentisce invece la sua natura di allegro trastullone campagnolo.
Auguri Ippaziantonio per questo matrimonio inaspettato e, lasciaci dire, in odor di ‘natural sbandate’, e un abbraccio riconoscente all’amico Giorgio che ha intrecciato il fantastico al vero con una conclusione degna della miglior favola d’ogni giorno: “Vissero così d’amore e d’accordo fin quando poterono.”
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