Ancora rido e spero di non essere assalita da questo impulso irrefrenabile ora che salirò in auto. Nel caso, caro Alfredo, dovessero farmi una multa per ‘Risate pericolose alla guida’ la pagherai tu. Magari con un gallo.
Lucia Giustizieri, madre dell’autore, deve essere la sorella gemella di mia nonna e, di striscio, anche di mia madre.
Gli stessi modi, le stesse frasi davanti alla presunta incapacità del portare a buon fine, da parte degli altri, i loro benefici progetti.
E scatta la commedia, non solo nei ricordi accesi di Alfredo, ma anche nelle case di molti salentini comuni.
E’ vero, lo riconosco, io ero imbranata a causa della troppa educazione impartitami, impedita da tutti quei ‘Grazie!’ e quei ‘Prego!’ che mai mi avrebbero permesso anche solo di avvicinarmi a un gallo, figuriamoci a prenderlo e a trasportarlo fino a destinazione! Ma Alfredo è di un’altra pasta e ci riesce, vuole obbedire alla madre e sentirsi lui stesso ambasciatore di un gesto bello e nobile. Mi sembra un eroe Alfredo, un eroe greco consapevole di rimostranze materne che si scateneranno contro di lui al suo ritorno infruttuoso a casa, dopo il rifiuto di don Silvano ad accettare il pollo in regalo. Anche in questo caso, la troppa buona educazione, la compassione e la schiettezza affettuosa del prete generano scenette saporite e divertentissime. L’alto senso di dignità e l’indole generosa mortificata scatenano in Lucia insistenza a riproporre il dono in canonica fino a calpestare i dinieghi intrisi di vergogna e consapevolezza del figlio, giovane e sfortunato ambasciatore. La spunta Alfredo, titano colorito da una veggenza salentina sul Fato che, non rispettato, avrebbe sì creato aneddoti buoni a far ridere tutta Civita Castellana per anni, dietro al suo sterile anirivieni da casa alla canonica con il povero gallo boccheggiante attaccato al manubrio della sua bicicletta.
Lucia si arrende,…ma non del tutto, tipica caratteristica delle donne del Salento. Infatti, dopo trent’anni dall’accaduto, onta e affettuoso dispiacere compreso, approfittando di un riavvicinamento fortuito tra il primogenito e don Silvano, la donna si precipita in sogno al figlio, essendo, ahimè, già morta da tempo, e gli ripropone il regalo del gallo che anni addietro non era andato a buon fine. Grande Lucia! La transazione va in porto e il Fato finalmente si compie annullando di colpo magòni decennali e benevoli anatemi rimasti in sospeso. ‘Ci voleva tanto? Cosa sarebbe costato al prete accettare subito il gallo?’ vi chiederete.
E invece no! Meno male che andò così, altrimenti oggi non avremmo avuto questa splendida parte di commedia di Alfredo Romano e io l’abbrezza di farmi pagare una multa stradale da lui.
Un dubbio ancestrale, visto che più volte mi venne rivolta codesta ingiuria: ma l’ACQUA SALATA è davvero così fessa?
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