Grazie, Raffaella, le tue parole impreziosiscono l’articolo e offrono – come sempre – utili spunti di pensiero e riflessione. Nel breve contributo ho volutamente omesso – proprio in segno di rispetto della preziosa risorsa idrica – l’elenco dei rifiuti che giacciono sul fondo di questa antichissima cisterna.
Nell’Età dello Scempio, in cui si progettano opere inutili e faraoniche, operazioni semplici ed economiche come la bonifica e il diserbo non vengono prese in considerazione, perché non comportano un immediato lauto ritorno economico nelle tasche dei soliti noti.
Poco importa se, in questo modo, si calpesta la dignità di un monumento millenario, silente testimone di civiltà passate e portatore di un messaggio di un popolo antico, che si ingegnava a raccogliere goccia a goccia l’acqua necessaria alla propria sussistenza primaria, anche a costo di scavare con i scarsi mezzi a disposizione la dura roccia calcarea.
Un’ultima considerazione: tra i rifiuti sopra (non) elencati prevalgono le bottiglie di plastica e di vetro, monumenti e simboli di un’Età ormai in declino, quella del Consumismo sfrenato, dove l’educazione ambientale e il rispetto della natura sono poco più di un optional.
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Commenti su Il “cisternale” di Vitigliano (Santa Cesarea Terme) tra degrado e abbandono di marcocavalera
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