Veramente dolce ed emozionante. In molte case di carissime signore, soprattutto quelle che sole e senza figli hanno il grande letto vuoto, al centro di questo c’è una bambola. Vecchia o vecchissima. Ma ne ricordo una in una casa di Acquarica, che mi ha colpito in particolare. Vi rivelo che se anche nobile e novantenne, la donna ormai ferma con lo scialle sulla sua poltrona, donna a cui nulla mai mancò in vita, ancora adesso mi parla con affetto di quella bambola che orgogliosamente tiene nella preziosità dei suoi arredi (pur stonando largamente con il resto). La bambola è quella sacra, quella storica. “Le due mie zie che ci giocarono morirono di parto”- così ferma sul mobile, quasi come reliquia, sta la bambola ed io non posso che sorridere. A volte la psiche dell’uomo ha bisogno anche di piccole cose di cui prendersi cura, a cui affezionarsi, ed è giusto che sia così. Grazie ancora Alfredo per queste belle memorie.
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