Quanti ricordi. Negli anni ’50 si andavamo in villeggiatura a Santa Maria nei pressi delle Quattro Colonne per 15 giorni all’anno. Di notte dormivamo con le porte aperte per il caldo e ascoltavamo la musica e le canzoni che provenivano dalla Torre. “Suntu li cantanti” diceva mio padre, quasi a dire che erano quelli conosciuti che noi non potevamo vedere perché per noi era molto costoso. Ma non ci davano fastidio i cantanti, anzi, ci cullavano nella notte e il giorno dopo col mio amichetto Donatuccio ci avvicinavamo alla Torre e scrutavamo all’interno per vedere se ci fossero ancora i cantanti la cui voce soltanto bastava a rilegarli nel mito. Non conoscevamo i loro volti per via che non avevamo giornali né c’era la TV e il loro mito s’accresceva. Mi è capitato in questi ultimi anni di dormire più di qualche notte a Baia Verde di Gallipoli in casa di mio fratello per scoprire il bum-bum della musica techno a romperti i timpani e a farti sussultare e imprecare tutta la notte. Oh, che rimpianto per quei cantanti delle Quattro Colonne che ci cullavano nella notte!
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