Fa sempre piacere ricevere commenti costruttivi ed articolati, come il tuo.
Ciò detto, cerco di rispondere con le poche informazioni che ho a disposizione. Anzitutto non conosco l’origine del nome di quella piccola struttura aperta, con volte a stella, in tufo, che identifico come cafausu. Sentivo dire da qualcuno che il suo nome è la dialettizzazione del termine anglosassone coffee house, ma ho l’impressione che la struttura sia più vecchia persino del nome…
Poi, perché lu cafausu non andrebbe accomunato, per esempio, ai muretti a secco, che citi nella risposta? Non credo che fare una “selezione” sia il modo corretto per tutelare il patrimonio materiale del territorio, altrimenti si finisce per fare lo stesso discorso che fanno oggi con la musica popolare. Un canto eseguito dagli Ucci, di 50 anni fa, per esempio, è più o meno importante di un canto realizzato dagli Aramirè 7 anni fa? Con quali criteri si può salvaguardare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale? Se lo facciamo con un criterio cronologico rischiamo di mortificare quello storico-identitario o quelle che l’UNESCO e oggi il “nuovo” Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio chiama “espressioni di identità culturale collettiva”. Al contrario, l’obiettivo dovrebbe essere quello di favorire la conoscenza e la fruibilità di tutto il patrimonio, senza ulteriori “selezioni per qualità” (uso ancora la terminologia adottata dall’UNESCO), ma inventariando, catalogando e diffondendo la conoscenza di ogni singolo aspetto della nostra cultura, vecchio e nuovo. A tal proposito, se da questo dibattito nasce qualche informazione in più sullu cafausu, ben venga, vuol dire che un piccolo obiettivo lo abbiamo raggiunto.
Venendo all’altro punto da te sollevato, preferisco non entrare nelle fonti storiche, anche perché non mi compete e non possiedo i titoli per farlo. La dicitura “Arthas…amico di Pericle”, non me ne volere, ma l’ho presa a piè pari dall’intervento del prof. Fernando Sammarco. Del resto quest’articolo vuol essere non solo uno spunto di riflessione, ma anche una sintesi (forse troppo estrema, per motivi di spazio) di quello che è uscito dalla conferenza del 21 giugno che – lo dico con velata ironia – è stata pubblicizzata anche su questo portale e aspettava la partecipazione anche di gente che avrebbe potuto rispondere direttamente, durante la conferenza, ai relatori, suscitando, magari, un bel dibattito. Peccato non sia avvenuto sui temi da te sollevati ora, in questa sede.
Però voglio entrare nel merito del termine “amicizia” e mi chiedo da dove ti viene la certezza per cui io, nel mio post, ho voluto dare il significato che tu intendi al termine “amicizia”. Non aggiungo altro e non voglio entrare in sterili polemiche, ma attendo con curiosità una risposta…
Chiudo con un’altra domanda. Dove cogli le “superfetazioni” o gli “elementi decorativi” sul nostro passato nel mio post? Mi pare di aver fatto solo qualche cenno alla storia del Salento, parlando prevalentemente della situazione attuale, a brevi tratti (sempre per motivi di spazio). Quindi mi chiedo…dov’è che si legge tutto questo?
Ah, per quanto possa servire, ecco il video della conferenza: http://www.youtube.com/watch?v=_AfmATk2qyY