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Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di luigi za

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Gentile Giacomo Cazzato
Sono un vecchio docente di Sociologia dell’Università del Salento e abito a Lucugnano.
Mi è stato segnalato sul suo blog un intervento dal titolo allarmante:

LUCUGNANO DI TRICASE – I GIORNI DELLA VERGOGNA – ACCORDO PER UNA TRATTORIA NEI GIARDINI DI PALAZZO COMI – IL SIGILLO E’ DELLA PROVINCIA DI LECCE

Premetto che non sono un sostenitore dell’attuale Amministrazione Provinciale, anzi sono di tutt’altro orientamento politico con derive ambientaliste: firmo petizioni per non fare abbattere 8.000 alberi di olivi e contro la 275, mi indigno per la mercificazione della Cultura (in particolare per ciò che avviene nel Salento) e così via.
Ma, francamente, il contenuto del Suo scritto mi sembra inutilmente sopra le righe, e ancora di più gli interventi che seguono. Non mi piacciono le invettive urlate, per cui mi permetto di esprimere la mia opinione e tentare di riportare l’evento nelle giuste dimensioni.

In primo luogo la trattoria c’è già da molti anni, è contigua a Palazzo Comi, è molto nota e si chiama “Jolanda”, ricercata e apprezzata anche da molti dell’elite intellettuale “forestiera” che frequenta questo estremo lembo del Salento. Non si vuole, quindi, impiantare dal nulla una nuova trattoria, ma semplicemente mettere dei tavoli in una parte del giardino di palazzo Comi affiancato alla trattoria già esistente, senza costruire ombrelloni o gazebo, senza mettere friggitrici. Di conseguenza, è fuorviante scrivere che le severe stanze del palazzo saranno invase da volgari adori di cucina.

In secondo luogo il giardino di cui sopra a me, che vi passo d’avanti ogni giorno, sembra tristemente abbandonato e non vi vedo molti roseti (anzi dovreste aggiornare la foto da voi pubblicata, poiché non vi è più la palma distrutta non da ignobili “putecari” bensì da immondi insetti che hanno distrutte la più parte delle palme nel Salento): e allora se qualcuno utilizza quello spazio, garantendone la cura e la conservazione, sia pure per attività commerciali, non vi sembra che sia un’iniziativa da sostenere? Io la sostengo: meglio i tavoli con i clienti di una nota trattoria che i grossi ratti che vi scorazzano.

E infine, la sacralità di un luogo non ha senso se non si contestualizza nelle trasformazioni della società: a me piacerebbe che Palazzo Comi, quelle stanze che da bambino frequentavo, fosse più vivo, più partecipato, non solo di tanto in tanto per iniziative di indubbio valore culturale; si facciano attività (cinema, musica, teatro) che possano attrarre la gente che sin’ora non è stata coinvolta; si aprano i giardini anche per il tempo libero della gente di Lucugnano, e si vi è qualche iniziativa commerciale (purché controllata) ben venga, poiché la Cultura costa!

Una proposta: perché invece che i dibattiti su blog e giornali – letti da pochi iniziati- non organizziamo un incontro a Palazzo Comi con la popolazione di Lucugnano, con i politici, con gli intellettuali, per discutere cosa questa struttura deve essere?

Mi creda sinceramente, non è polemica, voglio solo aprire un franco dibattito.

Cordiali saluti

Gigi Za

P.S. Dei personaggi da Lei citati ero molto amico di due: Rina Durante e Vittorio Pagano, grandi intellettuali e grandi frequentatori di bettole. In particolare Vittorio, dopo interminabili partite a poker nella mia casa di Lucugnano, chiedeva di andare nella “putea”, poi divenuta “Jolanda”, a mangiare pezzetti e bere vino. Conoscendo la sua incontenibile ironia, chissà quante risate Vittorio si sta facendo su questo nostro dibattito.


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