Complimenti al sig. Pensabene per questo splendido articolo e per averci fatto conoscere un termine così antico e desueto quale è lu “Mmàusu”. Scavare nel passato della nostra lingua e cercare in essa la nostra civiltà (quella contadina s’intende) fa della compianta studiosa e artista Giulietta Livraghi una delle più splendide figure del Salento contemporaneo.
Io francamente non avevo dubbi sul termine “Mmàusu”, e ciò non vuole screditare l’ottimo contributo del sig. Polito, perché il conforto viene proprio da quella cieca attendibilità riservata, nel settore dell’antropologia, alla compianta N.D. Giulietta Livraghi Verdesca Zain.
Vorrei muovere un appunto circa l’attendibilità del Rolfhs. Non possiamo dire che il termine menzionato da Pensabene (leggasi Giulietta Livraghi) esiste sol perché questo studioso lo “elenca” nel Dizionario e ciò poiché, negli ultimi tempi, gli stessi studi del Rolfhs sono soggetti ad una revisione critica da parte di dialettologi e glottologi (si vedano i nuovi studi sulla lingua osca e i suoi collegamenti con l’albanese e da qui alla lingua romanza da cui provengono non pochi termini dialettali del Salento). Se un dubbio deve muoversi, direi, è quello relativo al termine “mmasùnu” che sicuramente non esiste essendoci invece il tipico “mmàsunu” (complimenti all’autore per la responsabilità assuntasi nel constatare l’errore. Qualità ormai rara, a parer mio, per l’umiltà carente in tanti pseudostudiosi).
Complimenti alla redazione tutta per gli ottimi contribuiti che quotidianamente leggo perché preziosi a chi ama questo Salento e la sua Storia.
Saluto tutti spigolatori.
cav. dott. G. Balsamo