Anche io ho da pensare pure ad altro ed è questa la ragione della risposta che arriva solo ora.
Per ‘nguacchiàre, facendo i miei complimenti a Marcello, rinvio a http://www.vesuvioweb.com/new/IMG/pdf/Guazzo.pdf
‘Mbrattàre (anche il sostantivo ‘mbratta nel senso di cosa mal fatta o, addirittura, imbroglio) ha il suo corrispondente italiano in imbrattare, da in+bratta, voce di origine ignota che si ritrova in alcuni dialetti (in genovese brata=sudiciume).
‘Mbuzzàre: il Rohlfs non registra questa voce; credo che sia da un latino *imputeàre=immergersi in un pozzo, composto dalla preposizione in+pùteus=buco, fossa, pozzo.
Ulitàre: rinvio a http://spigolaturesalentine.wordpress.com/2011/02/22/quando-il-rohlfs-sbaglio-nel-voltare-e-volo-fuori-pista-forse/
Letu (lo ricordo usato come aggettivo, con riferimento, oltre che fisico, anche morale) ha il suo corrispondente nell’italiano laido, dal francese antico laid=sgradevole.
‘Mputtanùtu è metaforicamente collegato con puttana.
‘Ngalinùtu è dall’antico francese jalne=giallo, dal latino gàlbinus=verde pallido, giallo, diminutivo di galbus=giallastro.
Canisciàtu è da un latino *canitiàre, forma intensiva del classico candère=essere incandescente.
‘Ntartarùtu è, ovviamente, da tartaro.
Zuzzamièntuè, altrettanto ovviamente, è da zzozzu, dal romanesco zozzo, da sozzo che è dal latino sùcidu(m)=umido, pieno di sugo, grasso.
Stampa, ancora più ovviamente, è da stampa, a sua volta dal francone *stampon=pestare.
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Commenti su Come sporcarsi con un termine dialettale… di Armando Polito
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