Ringrazio Riccardo Viganò per la preziosa testimonianza.
In effetti Galatone fu uno dei centri più interessati dalle ostilità elettorali. Stando alla testimonianza del «Corriere meridionale», in occasione del comizio del De Viti in questo paese “la piazza era gremita di popolo che manifestava una certa mimica che troppo chiaramente denotava urli e fischi” tanto che l’economista fu costretto “a precipitosa fuga”, mentre i sostenitori del Senàpe ne approfittavano per tenere comizio (Anonimo, Collegio di Gallipoli – Galatone parla: Senàpe trionfa, «Corriere Meridionale», 23/10/1913.)
Inoltre, nel giorno delle votazioni, “una grande ressa di gente ostruiva deliberatamente l’ingresso delle sale, in modo da impedire il passaggio agli elettori devitiani. Perché poi ciò non fosse d’ostacolo agli elettori senapiani, accadde che questi nella sezione 30° si aprirono un passaggio per loro conto, entrando nella sala con una scala a piuoli, traverso una porticina non aperta al pubblico. […] e della confusione si profittò per far votare al nome d’altri” (G. Chiovenda, Fatti e documenti a sostegno delle proteste, Roma, Armani & Stein, 1914, pp. 54-55).
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