ieri sera alla cavea dell’auditorium di roma, ludovico einaudi. maestro concertatore di una sedicente “notte della taranta”. non è salentino (almeno non credo), non era un repertorio da festa di paese (di quelle che sono abituata a sentire durante le serate estive): era musica altra ed alta, con contaminazioni di vario genere. il ritmo, però, si rifaceva a quello di sempre, dei maestri concertatori (Stiffani?) degli studi di de martino. e come tarantati si è più e più volte scatenato il movimento nel pubblico che ha accompagnato e si è fatto accompagnare in un viaggio mistico in un mondo che non c’è più.
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