Nel navigare intorno a questa storia che seguo dal 1972, comunque distratto dagli eventi giovanili, mi chiedevo il perchè di questa demolizione, sempre curioso vedevo caricare su grossi camion con l’ausilio delle ruspe e senza molti riguadi, gli enormi capitelli uguali a quelli che oggi si vedono depositati nell’area degli scavi, insieme a conci intagliati di tutte le misure, raffiguranti stemmi, foglie, cherubini e quantaltro l’architettura del 1500 ci ha insegnato a vedere, chiaramente insieme a tanto materiale di risulta. Un vero scempio dettato dalla cecità dell’allora amministrazione, per fare cosa? Un area sterrata utilizzata da 40 anni a parcheggio. Ora dagli studi precisi e corretti “come sempre” e storicamente documentati dalla nostra Giovanna Falco, mi piace pensare, da una base di logicità e di escursus già testato in simili strutture architettoniche, che dal livello di calpestio originale ( quello che si vede oggi con la pavimentazione a CHIANCUNI così come si chiamavano in gergo ) diventò sottoposto di circa un metro alla fine del 1800 quando si realizzarono i viali intorno alle mura, in quanto la zona che andava dai bastioni di San Giacomo alla porta di San Martino era depressa nei confronti del piano stadale cittadino, pertanto rialzando i viali si è creato il sotto livello del convento e della chiesetta di Santa Lucia a lui vicina ma non appartenente . Chiaramente si evince che gli ambienti che si intravedono con copertura a botte non sono altro che le cantine di fondazione, dove si vede la preparazione della roccia arenarea a fondazione e le prime file di costruzione ad elevatura. Da questa certezza passiamo a quella probabile che ci può essere per logica al di sotto la cantina di cavatura o di estrazione della pietra, quasi sempre destinata a frantoio o trappito. Adesso fantasticando chissà una cripta ipogea. complimenti Giovanna ci vorrebero tante persone come te specie nelle amministrazioni
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