Interrogazioni del Sen. Rosario Giorgio Costa (Pdl) contro le autorizzazioni alle multinazionali del petrolio.
Fonte: open parlamento http://parlamento.openpolis.it/
06/07/2011
Testo interrogazione a risposta scritta
Atto a cui si riferisce:
S.4/05527 [Trivellazioni al largo delle coste salentine]
http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/65256
COSTA – Ai Ministri dello sviluppo economico, dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e per i rapporti con le Regioni e per la coesione territoriale – Premesso che:
alcune multinazionali hanno presentato nuove richieste per trivellazioni al largo delle coste pugliesi ed una di queste riguarda i territori di Giurdignano, Melendugno, Otranto e Uggiano la Chiesa (Lecce);
il petrolio che si trova al largo delle coste pugliesi non sarebbe, tra l’altro, neppure di grande qualità, e necessita di pesanti processi di raffinazione;
la preoccupazione di tutte le amministrazioni è altissima, visto l’ambiente in cui dovrebbero realizzarsi queste attività;
eventuali incidenti causerebbero grossi danni ambientali, date le caratteristiche del bacino del Mediterraneo, che è un mare chiuso, e, all’interno di questo, del mare Adriatico, in cui è bassa la capacità di rinnovo delle acque;
tali disastri inciderebbero negativamente sull’economia dell’intero territorio, sempre più a forte vocazione turistica e dalle notevoli valenze ambientali;
la Puglia, e più segnatamente il Salento, è sede della più grande centrale a carbone d’Europa (Cerano) ed è già produttore di energie da fotovoltaico, eoliche ed altre energie rinnovabili;
l’interrogante chiede di sapere se non si ritenga opportuno intervenire con urgenza per salvaguardare la vocazione turistica, il patrimonio ambientale è la salute dei cittadini, contro scelte che potrebbero pregiudicare il futuro del territorio del Salento, tenendo presente che la popolazione si è espressa in maniera fermamente contraria all’eventuale installazione di piattaforme petrolifere.
06/07/2011
Testo interrogazione a risposta scritta
Atto a cui si riferisce:
S.4/05557 [Rivedere le autorizzazioni alla ricerca di petrolio per tutta
la zona protetta intorno alle isole Tremiti]
http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/65286
COSTA, AMORUSO, D’AMBROSIO LETTIERI, GALLO, GRILLO, LICASTRO SCARDINO, MAZZARACCHIO, MORRA, NESSA, SACCOMANNO – Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per i beni e le attività culturali e dello sviluppo economico – Premesso che:
è di questi giorni la notizia che con il decreto adottato il 29 marzo 2011 si è espresso giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del programma della società Petroceltic Italia di ricerca sismica di idrocarburi al largo delle coste abruzzesi e molisane, “con la tecnica di Air Gun”;
secondo tale programma, per i prossimi cinque anni la società Petroceltic Italia potrà cercare petrolio in un’area di 730 chilometri quadrati al largo delle coste abruzzesi e molisane;
la Regione Puglia non è stata in alcun modo coinvolta nel procedimento sul falso presupposto che l’intervento avviene al largo delle coste dell’Abruzzo e del Molise, mentre in realtà l’attività ricade in un’area posta nelle immediate vicinanze delle coste pugliesi e, in particolare, dell’area marina protetta delle Isole Tremiti;
l’autorizzazione rilasciata, come già successo in altre circostanze analoghe, sembra carente di motivazioni e risulta espressa solo su una delle numerose istanze presentate dalla società Petroceltic in quella porzione di mare, in aperto contrasto con l’esigenza di una valutazione complessiva delle proposte che tenga conto degli impatti cumulativi che queste potrebbero avere sul sistema marino-costiero e sulle numerose attività economiche del territorio prevalentemente incentrate su turismo e pesca;
secondo molte associazioni scientifiche ed ambientaliste è partita una “lottizzazione” senza scrupoli del mare italiano che non risparmia nemmeno le aree marine protette, con una ricerca forsennata per individuare ed estrarre i 129 milioni di tonnellate che, secondo le stime sono recuperabili dal mare e dalla terra italiani, malgrado, a parere degli interroganti, il gioco non valga la candela in quanto agli attuali ritmi di consumo, queste riserve consentirebbero all’Italia di tagliare le importazioni per soli 20 mesi, col serio rischio di ipotecare, invece, per sempre il futuro di intere aree di importante valenza naturalistica e turistica;
in passato erano sempre state negate, come è logico che sia, le autorizzazioni per tutta la zona protetta intorno alle isole Tremiti,
l’interrogante chiede di sapere se non si ritenga opportuno intervenire con urgenza rivedendo le decisioni prese anche alla luce di più attente valutazioni sul rapporto costi-benefici sopra accennato.