La storia del sacco di Otranto si ripete.
Era il 27 luglio del 1480 quando da Otranto fu avvistata la flotta turca di Akumt Pascià.
“State calmi, non c’è pericolo… le navi del nemico sono dirette a Brindisi…!
Così dicevano i comandanti della guarnigione spagnola al sindaco e alla popolazione otrantina.
E furono prorio i soldati spagnoli i primi a scappare, calandosi con le funi dagli spalti delle mura di Otranto quando -in barba ai loro proclami rassicuranti- le navi della flotta turca volsero la prua verso Otranto.
Sono passati 531 anni da quel fatidico giorno.
Proprio il 27 luglio 2011 le istituzioni locali e i giornali ricevevano dalle nostre mani sulle loro scrivanie (senza nemmeno doversi affaticare per acquisire le informazioni allarmanti e urgenti che gli davamo) l’appello contro le perforzioni di fronte alle nostre costre e nei nostri mari alla ricerca del petrolio da parte del nostro nemico: le compagnie petrolifere, straniere o italiane che siano.
La storia si ripete:
“Calmi, state calmi, non c’è pericolo, le trivelle sono solo in transito, sono dirette a Crotone, forse ce ne sono altre dirette a Brindisi…”
Ovvero, vogliono dirci: “Sudditi, state calmi, ci pensiamo noi…”
Non ci prendete in giro.
Le trivelle vengono qui da noi, nei mari della Puglia, alle Tremiti, a Brindisi, a Lecce, alle cesine, a Otranto, a Santa Maria di Leuca, a Porto Cesareo, e poi ci circondano dappertutto, a Crotone, a Pantelleria e…
ANDATE AL DIAVOLO!