Sempre dolce e sensibile verso le bellezze nascoste e più spesso trascurate del nostro prodigo territorio, Daniela ci fa entrare in punta di piedi in quello stupefacente esempio di architettura tarantina che è la “Cripta del Redentore”. Con gli occhi e con il cuore ci conduce a soffrire gli echi e il sacro silenzio di un’opera che sarebbe potuta essere un luminoso, inestimabile gioiello della nostra inesauribile città.
↧