Ci sono poi li sanapuddri (variante dialettale a nord del salento) che con le prime acque di ottobre, spuntano in modo del tutto naturale.
La foglia è molto più larga e più contenuto nelle dimensioni di un verde più chiaro e con un fiorellino bianco che indica al contadino (o a chi lo raccoglie) che è preferibile evitare. Non va raccolto quello in fiore perchè potrebbe causare delle leggeri colichette, si consiglia, quindi le piantine con qualche giorno dal germoglio.
Quanto alla preparazione li preferisco ‘nfucati (messi insieme ad olio, sale q.b. in una padella e farli cuocere a fuoco lento) anche se lessati e conditi con olio (rigorosamente salentino), sale e una strizzata di limone, possono deliziare il palato; se poi si accompagnano con un purè di fave….siamo al top per un bel piatto per chi segue la dieta mediterranea e… buon appetito.
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Commenti su Torre Inserraglio, Salento. I sanàpi e una ricettina sciuè sciuè di Salvatore Petrelli
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