Prima che qualcuno rimproveri a me, ex insegnante di latino e greco, un difettoso adattamento della locuzione “dulcis in fundo” (strano che fino ad ora non l’abbia fatto nessuno…) aggiungo quanto ho dimenticato, per la fretta, di aggiungere al testo. Ho volutamente sostituito l’originale complemento di stato in luogo (in fundo) con quello di moto a luogo (in fundum) per sottolineare come, continuando così, faremo onore al detto “non c’è limite al peggio”. E ora, dopo questa dichiarazione di pessimismo, mi si accusi pure di essere comunista…
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