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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Spulisciàtu, ovvero il participio passato in funzione aggettivale più caro a Rosa di Nardò di armandop

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Rispondo cumulativamente solo ora a causa di una protratta avaria del pc. Il senso di stracotto, rammollito, al limite putrefatto, si concilia perfettamente con quello dell’infiammazione. Quanto a scapulisciare mi appare strano non tanto che questa forma intensiva di scapulare (terminare il lavoro, liberare le bestie dal lavoro) abbia assunto un significato traslato ma che la sincope di -ca- (che, stranamente, lascia sopravvivere la s- estrattiva ma non la prima sillaba del secondo componente (càpulum) sia stata assunta a segno della traslazione semantica rispetto a scapulare. Dubito pure che le pulci possano recitare un ruolo di protagoniste e non solo perchè la pulce a Nardò, dove essa è pòlice, avrebbe dovuto dare spoliciàre/spuliciàre. Quanto alla pula, ad essa avevo pensato in prima battuta ma, a parte il fatto che togliendo la pula non è che il grano diventa molle (anzi, se la si lascia, il chicco tende ad inumidirsi, ammuffire e, al limite, imputridire), appare strano che il dialetto abbia utilizzato un vocabolo italiano rinunziando a quello locale (fiòsca, da un latino *fùscula, diminutivo del greco fuska=vescica). E a questo punto al “maestro e correttore” non rimane altro che affermare che la lingua è così strana e capricciosa che nessuna delle etimologie proposte è da respingere a priori e tutte meritano, forse, un’ulteriore riflessione. Le perplessità da me espresse nascono solo dalla mancanza di fenomeni analogici a conferma; ma forse sono io ad ignorarne l’esistenza. E per questo dico a tutti grazie.


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