È triste dover constatare che un solo, peraltro esiguo, manipolo di esperti competenti e non servi delle multinazionali del profitto sia rimasto a combattere una battaglia impari contro l’interesse di pochi, che, bontà loro, pensano di risolvere, magari impiantando un gene del banano nel fico o, per la par condicio, viceversa, non solo il problema della fame nel mondo ma anche quelli dell’impotenza e della frigidità…
È ancor più triste constatare che, come credo, è in atto un processo irreversibile e non bisognava essere dei geni per capire che la globalizzazione avrebbe favorito un fenomeno che avrebbe richiesto decenni di sperimentazioni nel chiuso del più impenetrabile dei laboratori. I semi e il polline transgenico non sono, se ancora non si è capito (e lo dice un cretino come me), il punteruolo rosso…
La battaglia è disperata, ma sarebbe veramente la fine se si applicasse il vecchio proverbio salentino “a ccasa brusciàta minti fuècu” (a casa bruciata appicca il fuoco).
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Commenti su Incontro per una Puglia Libera da OGM di armandop
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