Il congresso di Montpellier (10-12 marzo 2005), cui seguì la mostra di Taranto, non ha affatto diradato i dubbi sull’autenticità dell’oggetto, basati sull’orientamento della rappresentazione e su altri dettagli messi in campo che non è qui il caso di elencare. I dubbi, perciò, restano, anche se le loro motivazioni mi lasciano perplesso, convinto come sono, pur non essendo nessuno, che l’oggetto in questione non sia un falso. Quanto agli studi “dimostrabili e ripetibili”, nella fattispecie, così come succede, per esempio, in campo etimologico, la dimostrabilità e la ripetibilità consisterebbero sostanzialmente nella conoscenza (o eventualmente nella scoperta) di fenomeni o rappresentazioni analoghe sicuramente interpretabili in modo univoco. Essendo totalmente ignorante in questo, chiedo se esiste documentazione a supporto che autorizzi a pensare che il nostro sciamano/mappa non sia un apax (il che non esclude a priori che si sia nel vero, anche perché c’è sempre e in tutto una prima volta), Per quanto riguarda i fosfeni, invece, chi mette in campo (non per lo sciamano, ma per le altre rappresentazioni, per così dire, astratte) la teoria allucinogena crede di ravvisare un precedente nelle pitture dei Chumash e dei Tukano nell’interpretazione delle ricerche di Dolmatiff. Quanto al serpente piumato, non sarebbe , per evidenti motivi cronologici, il nostro presunto sciamano a ricollegarvisi, ma viceversa; tuttavia, confermo: non so se nel momento in cui l’ho ipotizzato mi ero messo in testa di essere Peter Kolosimo oppure, come ho già detto, ero già ubriaco allo spuntar del sole. Grazie per il gradevolissimo e istruttivo, almeno per me, scambio di idee.
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