Quando il Keynes partorì la geniale idea che la creazione di posti di lavoro passava anche attraverso le due fasi dello scavo di buche e del loro successivo riempimento probabilmente non aveva messo in campo la corruttela e le tangenti e non si lasciò neppure sfiorare nella sua genialità dall’idea che questa procedura comportava, forse, solo nell’immediato dei vantaggi ma, alla lunga, neppure tanto lunga…, lo sperpero della ricchezza. Da allora questo principio economico assassino dell’ambiente e del futuro, anche economico, è imperversato con la sostituzione alle buche (almeno loro, una volta riempite, riportavano più o meno tutto nella situazione precedente) con cattedrali nel deserto e con scempi di ogni genere. Il processo in atto si arresterà, probabilmente, solo quando anche il più umile degli operai si renderà conto di essere complice e connivente e quando la prospettiva del carcere sicuro, dico sicuro, cesserà di non fare né caldo né freddo a faccendieri, affaristi, speculatori e corrotti. Ma il bisogno di soddisfare la fame, e non solo quella reale e di pura sussistenza, è tanta… Ormai sopravvivo solo grazie all’ironia, che, nella fattispecie, mi ispira la proposta di stipulare una convenzione con la Groenlandia, in modo che una volta condannati, se mai lo saranno, i nostri campioni di furbizia, che è sempre disonesta, scontino la pena in quelle remote lande e qualche esquimese, pure lui condannato, dalle nostre parti. In un colpo solo all’uno e all’altro il carcere cesserà di non fare né caldo né freddo e il problema delle nostre celle sovraffollate sarà risolto…
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