Ancora una conferma, almeno per me, che potrà salvarci solo la bellezza, intesa come condivisione interpretativa non di canoni stereotipi che trovano la loro espressione (sempre nativa?) nelle veline e affini (alle quali, nonostante i miei anni, ancora sono sensibile e reattivo…) ma, nella fattispecie, di quelle tracce che travalicano i consueti, per certi versi triti, modelli in tanti nostri ulivi (poco mi importa se passo per pervertito…), la cui bellezza è, come si suol dire, cosa di altro pianeta: e fra poco, purtroppo, rischierà di esserlo anche in senso letterale. Grazie all’artista Silvana per aver contribuito, lei non salentina, a ritardare, forse, questo triste momento.
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