Mi sfugge la differenza tra “nulla” e “niente” e sarei grato se qualcuno me la spiegasse, anche per dare finalmente la corretta valutazione (grosso problema…!) alle pause celentaniane che, a detta della gentile lettrice, sono incapsulate tra questi due, probabilmente differenti (resto in trepida attesa di conoscerlo…), concetti. Se, poi, Celentano (come tanti altri) dovesse avere la stessa funzione dell’antico “panem et circenses” (per essere sincero dovrei sopprimere “panem”…), preferirei che lo facesse, sia pure con un emolumento all’altezza della sua “nobiltà”, con quello che gli è più congeniale: con le canzoni, non con le prediche o, peggio, con i suoi i silenzi che, più che stupefacenti, a lungo andare rischiano di essere solo stupidi.
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