Non saprei dire se lu munaceddhu esiste o no. Di certo c’è la fantasia della gente di ogni tempo e di ogni luogo. Gli antichi crearono personaggi in fondo graziosi, goliardici, a volte inquietanti, tutto secondo i propri umori, e non solo si autoconvinsero della loro esistenza, ma convinsero anche gli altri dell’attendibilità della loro tesi.
Queste erano le storie che spesso si raccontavano d’estate, sull’uscio delle case, tra stelle e vicini curiosi.
Oggi le si racconterebbero all’esorcista o allo psicoterapeuta.
In ogni essere umano alberga la paura dell’ignoto che probabilmente costellerà sempre la sua vita. Esiste qualche forza che sfugge alla nostra conoscenza, si verificano episodi di cui non riusciamo a scoprire l’origine. Non esiste solo ciò che appare.
La parola d’ordine, a mio avviso, deve essere ‘Armonia’. Proprio così, armonia tra la coscienza dei nostri limiti e l’imponderabile infinità del Creato, armonia tra la nostra creatività ausiliatrice e la fenomenologia fisica e metafisica, armonia tra il rimorso per un pasto troppo abbondante e la consapevolezza di una sua cattiva digestione con conseguenti notti e coscienze inquiete.
In una vita così spesso piatta e routinaria, lasciamo un po’ di spago a lu munaceddhu con la sua ventata di gioco e novità!
Emilio gli ha reso dignità dandoci idea della sua importanza e diffusione attraverso la lista dei nomi attribuitigli in mezzo mondo, gli ha conferito una vena romantica e divertente grazie agli episodi confessatigli da tanti cittadini comuni e ci ha dato finalmente una nuova occasione per finirla di prenderci tanto sul serio. Ognuno di noi possiede tanto il ‘fanciullino’ pascoliano quanto lo ‘spiritello’ popolare e pensare di liberarsene, è idea insensata e assai dannosa. Vuoi mettere la magia dell’insostenibile leggerezza dell’essere?
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Commenti su Fatti e misfatti dello spiritello domestico salentino di Raffaella
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