Mi piace leggere delle tradizioni sacre di popoli semplici, nel caso di San Marzano di San Giuseppe, perfino misti. Ogni popolo porta in sè credenze e modi di vivere pronti ad amalgamarsi, il più delle volte, con quelli dei posti in cui si insedia. In questo paese del tarantino sembra sia stato un esperimento ben riuscito. Non credo che la Madonna delle Grazie, prima patrona di S. Marzano, se la sia presa per aver dovuto lasciare poi il posto a S. Giuseppe. Tutto, in fondo, è rimasto in famiglia.
Anche chi scrive e descrive i colori e i sentimenti di questa bellissima festa si chiama Giuseppe e forse non è un caso.
Giuseppe Massari, dunque, ci racconta con accuratezza e partecipazione i preparativi e lo svolgimento della Processione della legna e lo fa come se fosse l’esito di una speciale fioritura del rude bastone del Santo, la talèa che ha messo radici nella tradizione religiosa del paese, amorevolmente impiantata da superstizione e devozione.
La suggestione nell’immaginare questo enorme falò in onore del santo emoziona, tanto più che ogni fascina e ramo di ulivo portato per alimentare il fuoco è la penitenza che si consuma, la speranza che arde e il nostro desiderio di cristiani e lettori che mai i riti che nascono dal cuore si spengano per mancanza di fede. Credere, qualunque ne sia l’oggetto, è il lasciapassare di un uomo per continuare a vivere.
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Commenti su Le fascine di San Marzano di San Giuseppe (Taranto) di raffaellaverdesca
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