Quando l’istruzione arma la bocca degli sfruttati.
All’oscuro di questa vicenda, ringrazio di cuore Elio perchè oggi l’ha posta all’attenzione di tutti e invito ognuno ad associarsi allo sdegno che una simile realtà non può che far divampare.
Nardò come Foggia, Napoli, Crotone e ogni centro che si avvalga della manovalanza straniera nei campi, pecca del gravissimo reato di disumanità e sfruttamento di tanti nostri fratelli più sfortunati ma non per questo inferiori al migliore di noi. Ascoltare le parole pulite e precise di Yvan Sagnet mi ha fatto rabbrividire spingendomi all’oscura emozione della vergogna. Salento, Porta d’Oriente, è sempre stata popolata da gente capace di entrare e uscire da quella porta, di accogliere e salutare chi attraverso essa varcava i confini di mari e terre lontane con addosso il prezioso bagaglio della propria cultura in entrata e l’aggiunta di un pizzico della nostra in uscita. Dove sono andati a finire la generosità e il rispetto dei popoli, dove l’intelligenza della fusione con tutto ciò che, altro, ha permesso a noi salentini di essere più ricchi e aperti d’animo di altri? Non si nasce ‘caporali’, ma lo si diventa attraverso il gusto sadico della rivalsa di proprie frustrazioni e piccolezze su chi non può difendersi non avendo alcuna colpa nè potere. Ricordiamoci della storia della nostra emigrazione, signori, delle umiliazioni che ci hanno accolto dovunque, delle ingiustizie e di quel sacro e terribile senso di solitudine e nostalgia verso una terra che, Africa o Salento che sia, ha sussurrato ogni istante al nostro cuore la nenia dolce di una gioia lontana. Dove non c’è amore s’insinua l’odio e dove non c’è rispetto cova la ribellione, la stessa che incenerisce in pochi attimi la splendida ancestrale realtà della fratellanza.
↧
Commenti su Nardò (Lecce) e la rivolta dei raccoglitori di pomodori di raffaellaverdesca
↧