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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Lecce – S.O.S. per un portale di piero

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E’ bello vedere che il nostro territorio sia disseminato di gioielli. Più strano è osservare che gli spigolatori sono i pochi addetti e che le amministrazioni non stiano attente a certi valori che hanno il dovere di tutelare e trasmettere. La mia attenzione si sofferma sulla rappresentazione dei busti, mezzi busti, del quale privilegio sono remunerati i personaggi di dantesca memoria e nella tradizione cristiana, i Santi Patroni. Nella fattispecie, è giusto riconoscere nei busti laterali, le sebianze dei due più importanti Patroni Lupiensi, Oronzo ed Irene. Tale attribuzione di importanza è riscontrabile in ogni comune della terra salentina, che riserva ad ogni suo Patrono il privilegio di essere rappresentato “dalla cintola in sù”, amplificando, in molti casi tale importanza, con l’uso di metalli preziosi, es. argento.
Da questa premessa è desumibile la mia opinione che il mezzo busto centrale, c.d. dell’orante, sia riconducibile all’iconografia classica, pittorica e plastica, riconducibile all’Immacolata o Assunta. Uso come contro prova l’iconografia classica dell’orante, che in genere, è raffigurato con una veste, in cromia bianca, e con le mani giunte, la c.d. “animella”. Si può ammirare qualche raro esempio in superstiti rappresentazioni della “Dormitio Virginis”, in cui la Vergine giace esanime sul talamo mentre la sua anima orante ascende verso l’accogliente, divino Figlio. Non è questo il caso, poichè la figura orante è avvolta da un manto, del quale è dotata la totalità delle statue mariane ed ora, elemento confortante per la mia opinione. Inoltre, penso che gli elementi di cui sono dotati i putti, la colomba e la corono siano simbolo della Verginità e della Regalità, fungenti quindi funzioni aggettive della Madre di Dio. Più forviante, ma non tralasciabile, l’attribuzione simbolica della corona al martirio (testimonianza), come ad esempio nei ravennati mosaici e la colomba quale espresso richiamo etimologico alla Santa Patrona Lupiensium, Irene, Pace, di cui è appunto simbolo il sacro volatile.
Non è, ancora da tralasciare la simbologia gerarchica, pregna di significato, per cui se la Santa è rappresentata sulla sinistra detiene ancora la maggior importanza rispetto al riscoperto culto oronziano, che è riconosciuto quale Patrono, ma in concomitanza con il primato attribuito.
In ogni caso, anche questo stupendo portale è una dimostrazione che in questa nostra Terra il divino e l’umano, la natura e l’artefatto hanno dialogato. Non ci è consentito interrompere questa effusione. Tuteliamo! Custodiamo! Parliamo! Ascoltiamo le nostre memorie! Il cerume dell’epoca ha affievolito il nostro udito e l’attuale gusto si è limitato all’assaporare il presente, proibendoci di usare la lingua per dialogare con ogni cosa, per cui tale uso è definito, modernamente, PAZZIA! Recuperiamo la nostra Pazzia!


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