Armando Polito compie un’incursione nella grammatica greca abbastanza approfondita. Non meno appassionato è il suo excursus nei testi antichi greci. Non so come Fernando Sammarco, che conosco personalmente, sia giunto ad assumere quel tipo di grafìa e se questo presupponga un accostamento poco scientifico alla questione della lingua. Lungi da me assumere funzioni di difesa d’ufficio, ma la questione dovrebbe essere affrontata in campo linguistico messapico e non greco. E’ vero che l’alfabeto messapico è greco, ma la lingua messapica no. Difatti essa, di cui resta pochissimo e quasi solo sulle steli funebri – è difficile capire una lingua se si dispone quasi unicamente di poche e frammentarie iscrizioni: è come se si volesse capire l’italiano leggendo le lapidi in un cimitero! – non appartiene alla famiglia indo-europea ed è perciò possibile che alcuni nomi abbiano subito in sede locale delle modificazioni. Altro aspetto è quello culturale, ovvero come rivendicare le radici messapiche senza per questo accostare i personaggi dell’epoca a “divi” del costume. La dignità della storia, per quanto poi si scopra che i personaggi non fossero proprio “santi”, va rispettata! E come faceva dire Manzoni al gran cancelliere Ferrer: “Adelante, Pedro, con juicio!”
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