“Arthas”, ripeto, in un romanzo storico ci può pure stare, anche se nella tradizione manoscritta compare solo il tau (e non è poco…).
Faccio osservare, non a lei che già lo sa ma a qualche altro lettore, che Tucidide parla nel brano 1 di eventi a lui contemporanei. Al di là degli usi locali, le pare che se fosse stato “Arthas” avrebbe scritto “Artas” avendo a disposizione theta?
Trovo, invece, indecente (nel significato etimologico, ma con particolare riferimento alla scienza, da cui la vera cultura non può prescindere) che favolette vengano propalate, con la connivenza, consapevole e non, di un entourage “culturale” che farebbe meglio a studiare piuttosto che a esibirsi in sfilate pubblicitarie, a persone non per loro colpa indifese.
Quanto al mancato rispetto della dignità della storia sinceramente non ho capito se si riferisca a me o al prof. Sammarco. Attendo replica di entrambi, visto che lo conosce personalmente. Intanto, giacché ci sono: se l’”abbastanza approfondita” iniziale, che forse non è da intendersi in senso letterale (a sufficienza) ma in quello limitativo comunemente usato nei giudizi, dopo quanto ho detto va ridimensionato al rialzo (non aspiro, comunque, all’”eccellentemente approfondita”), quanto all’”appassionato”, lo accetto, purché lo si intenda non prostituito ad interesse di qualsiasi tipo, non fosse altro che la vanità personale, oggi dilagante, di vedere il proprio nome sulla copertina di un libro o in qualche pagina di un blog…
A tal proposito e a diradare ogni sospetto nei miei confronti: se il titolare del blog ritiene che da questo momento in poi ogni scambio di idee sull’argomento debba procedere per vie private io mi adeguerò; non è un espediente suggerito dalla vigliaccheria ma manifestazione di rispetto nei confronti dei lettori ai quali eventualmente il tema del contendere non dovesse affatto interessare.