“O la borsa o la vita!” minacciavano i malcapitati di turno i ladri e i ladruncoli di un tempo. Oggi, da certi pulpiti, lo si fa con più diplomazia e, soprattutto, non si minaccia solo il singolo disgraziato, ma un’intera collettività. Le amministrazioni, i governi, i manager di alcune aziende si riuniscono in consolidate bande ‘per bene e perbeniste’ e fanno razzia di dignità, diritti, risorse e vita. Paolo Rausa attira l’attenzione sull’Ilva di Taranto, argomento di discussa e accesa attualità. I 174 morti nel quartiere Tamburi non sono stati certo il risultato dello sprint olimpionico della sorte, ma altresì mali covati a lungo sotto gli occhi e la consapevolezza di tutti, quei ‘tutti’ diretti discendenti delle tre scimmiette che recitano “Non vedo, non sento, non parlo!”
Scandaloso, tanto scandaloso da scomodare in via definitiva la magistratura che ha pertanto sospeso 12.000 lavoratori dell’Ilva e ordinato la sospensione di 8 suoi dirigenti schiacciandoli sotto accuse pesantissime. Paradosso, la vittima implora di dare la vita e di risparmiare la ‘borsa’ per sostentare i suoi figli, la sua famiglia: meglio un operaio morto che un padre infame, un uomo incapace di evitare ai figli l’emarginazione e gli stenti. Ci sono mutui da pagare, scuole da foraggiare, dignità da difendere, potrebbero mai capirlo quei signori corazzati dentro le loro belle auto blu? Paolo ci invita alla riflessione, all’unione contro la barbarie del profitto contro ogni forma di progresso.
“Non ho niente da perdere, l’amianto si è preso pure a me, ma io me ne vado da uomo, me ne vado con onore…” (da “Ternitti” di Mario Desiati, Mondadori 2011) così parla un operaio condannato a morte da una fabbrica di eternit, così parlano tutti i lavoratori del mondo schiacciati dalla nostra comoda indifferenza e da tanta lacerante disperazione.
Ricordiamoci che le risorse e il denaro esistono per tutti e devono essere distribuiti e usati sempre per aiutare a vivere, mai a morire.
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Commenti su L’Ilva di Taranto, la sfida di un equilibrio fra ambiente e lavoro di raffaellaverdesca
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