Non ricordo esattamente quando ti ho visto per la prima volta, di sicuro ero piccola. Tarzan, così ti chiamavano le mamme quando ti incontravamo mentre tu tornavi a piedi dal mare (e noi in pullman) da S.Cataldo, la “nostra” spiaggia…Ci mettevano in guardia da te, le mamme…, ma nonostante ciò, non sono riuscite ad inculcarci i loro pregiudizi.
Per sempre rimarrà impresso nella mia memoria il tuo riso scoppiettante, somigliavi ad un bambino, amavi stupirsi della forza della natura che pure ti possedeva.
Arrivederci amico mio! Eri un grande….troppo avanti per quei tempi
Di te conservo oltre ai numerosi ricordi, solo un cartoncino con poche pennellate che rappresentano un’unica fetta d’anguria. Me l’hai voluto regalare a tutti i costi, nonostante i miei rifiuti, lo accettai sapendo che per te valeva quanto il baratto per un ennesimo bicchiere di vino.
Quando ci incontravamo in Piazza Mazzini, quasi ogni sera, era consuetudine che mi offrissi una Gaulosies, forte ed acre.
Ricordo la tristezza che provai quando venni a trovarti a casa tua con Silvia Mangia in un caldissimo pomeriggio estivo, il lercio lettino su cui smaltivi i fumi dell’alcool, ci accogliesti nudo….eri ormai un gigante sfatto!
Lei ti intervistò per la sua tesi di laurea incentrata su te, ma tu non ci prendesti troppo sul serio, parlammo tanto di arte, di Antonio ed Anna Maria e di Rina Durante, della tua gioventù, delle donne, dell’amore…
Odio dal profondo del mio essere quanti ti hanno sfruttato, deriso, vilipeso e depredato delle tue opere. MALEDETTI SIANO tutti coloro che non ti hanno compreso e che ti hanno ridotto ad un fenomeno da baraccone.
Nei tuoi sprazzi di lucidità mi hai regalato amicizia, sorrisi e tanti, tanti, tanti, discorsi che rimarranno per sempre solo miei….
Non mi offendeva il modo in cui tu mi hai sempre chiamata, anche se a qualcuno sembrava sconcio ed irriverente, ma io rimarrò per sempre la tua culasciona… ti saluto Edoardo, alla tua maniera: Siamo tutti fottuti!