Le farneticazioni del nostro presidente del Consiglio sono ormai all’ordine del giorno. Anche i magistrati ammettono ormai che non hanno più parole da dire. Siamo scesi in piazza e abbiamo urlato la voglia di avere un paese normale, ma non è servito niente: le parole non servono più. Un uomo solo con tutta la sua potenza di denaro e di informazione, con tutta la sua corte di pretoriani beneficiati da quell’Unto del Signore che si è proclamato, sta tenendo in scacco tutti gli italiani (guardarsi dalle cosiddette persone carismatiche!) Dittatura? Poco ci manca ormai. Forse, come dice il nostro Polito, solo la Chiesa potrebbe darci una mano e levare alto il suo sdegno per “scomunicare” , si potrebbe dire, il nostro che è indegno della carica che riveste. Il nostro è un drago dalle sette teste e, come ai tempi del fascismo, tutte le forze di opposizione (destra e sinistra) dovrebbero unirsi per ripristinare il rispetto delle regole democratiche, che, giorno per giorno, si assottigliano sempre più. Ormai anche la lettura dei giornali sta diventando un tormento e avresti voglia di scappare in una qualche isola che non c’è. Si comincia a vergognarsi anche di essere italiani. Ma forse, come dice Piero Ottone (Venerdì di Repubblica 15 aprile 2011, p. 119) … l’Italia non ha ancora conseguito la maturità necessaria per il buon funzionamento di una democrazia parlamentare”. Pertanto questa situazione, finisce per dire Ottone, è imputabile agli italiani. O no?
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