Ricambio il saluto e mi faccio da parte cedendo, doverosamente, la parola al Rohlfs. A pag. 327 del suo Vocabolario, lemma màusu, attestato per il Brindisino ad Erchie e per il Tarantino ad Avetrana: “legame del manipolo di spighe [lat. balteus=cintura]; vedi àusu, mmausare”.
Al lemma àusu, attestato per il Leccese a Castrì di Lecce, Novoli e Vernole e per il Tarantino a Manduria insieme con àuzu (Uggiano Montefusco) e a Sava (con pronunzia sonora di z): “legame con cui si lega il manipolo o il covone di grano [lat. balteus=cinghia], v. bazu, vàusu”.
Al lemma bazu (attestazione non orale per Lecce) insieme con barzu (attestato per Seclì): “legame del manipolo di grano [lat. balteus=cintura]; v. ausu, vàusu, azu, vazu”.
A vàusu, registrato per Ugento insieme con vàvuzu per San Giorgio sotto Taranto, vàuzu per Mesagne, vazu per Cutrofiano, Nardò, Parabita, Seclì, Sogliano e Carovigno, varzu per Aradeo e Sogliano, varsu per Ruffano, vosu per Castrignano del Capo, Patù e Salve, vozu per Fragagnano, vanze per Ostuni, valze per Massafra e, con pronuncia sonora di z, a Cisternino, vàsele a Ceglie Messapico: legame del manipolo di grano [lat. balteus=cintura].
Evito, per brevità e perché nulla aggiungono ai fini di quanto sto per dire, di riportare gli altri lemmi con valore di sostantivo, oggetto di rinvio da parte del Rohlfs.
Per quanto riguarda i verbi: al lemma mmausàre, (registrato per il Leccese a San Cesario di Lecce e per il Tarantino a Manduria, nella variante mmauzàre a Sava, mbasàre a Galatone (ne approfitto per ricordare che mbasàre a Nardò è sinonimo di socchiudere le imposte e ha tutt’altro etimo: da in+basare=poggiare sulla base): “legare il manipolo di spighe; v. bbausàre”.
E, a bbausàre, infine, attestato per Novoli e Otranto: “legare il manipolo [lat *ad-balteare]”.
Mi limito solo a riconsiderare il verbo mmausàre; al lemma corrispondente (attestato nel Leccese per San Cesario di Lecce e per il Tarantino a Manduria, e, nella variante mmauzàre a Sava, mbasàre a Galatone; ne approfitto per ricordare che la stessa voce a Nardò è sinonimo di “socchiudere le imposte di una finestra o una porta” e ha tutt’altro etimo: da in+basare=poggiare sulla base): “legare il manipolo di spighe; v. bbausàre”.
A bbausàre, infine, attestato per Novoli e Otranto: “legare il manipolo [lat *ad-balteare]”.
Anche qui lo studio delle varianti si mostra illuminante. Per farla breve, per quanto riguarda il sostantivo la forma più vicina al latino bàlteus è quella di Seclì: barzu, che rispetto alla voce latina mostra evoluzione fonetica da manuale. Tutte le altre forme sono ulteriore sviluppo di barzu.
Il verbo bbausàre, poi, aiuta a capire la formazione di màusu.
All’inizio mi ero fatto da parte, ma pensavate che la cosa potesse continuare?
A miserrima integrazione (bella figura!) di quanto detto dal Maestro ho solo da dire che nella formazione di mmausàre rispetto a bbausàre interviene non la preposizione “ad” ma “in”: *inbalteàre>imbalteàre>mbausàre>mmausàre; e da questo verbo, infine, prima mmàusu (la nostra voce) e poi màusu (quella registrata dal Rohlfs).
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